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Dopo cena con papà

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view post Posted on 1/6/2010, 00:32     +1   -1




Era un noiosissimo pomeriggio di novembre. Avevo finito di studiare e mi stavo rilassando guardando l’ultimo dvd porno che il mio amico, Gianluca, mi aveva prestato a scuola. Quando voglio tirarmi una sega mi piace preparare tutto nei minimi dettagli: ero già bello che nudo da un pezzo – come faccio appena metto piede dentro casa – avevo portato due bei cuscini comodi presi in prestito dal lettone in sala e li avevo messi per bene sul sofà, abbassato tutte le luci e inserito il dvd nel lettore. In tutto questo il silenzio che regnava mi faceva stare in pace con me stesso. Una tranquillità assoluta che mi piaceva godere fino in fondo. I riscaldamenti si erano accesi da un po' e la casa si era scaldata a dovere poco a poco. L’ultima luce che filtrava dalla finestra accanto alla tv indicava che il sole stava tramontando.
Come ho detto mi stendo per bene sui cuscini e mi metto nella posizione più comoda possibile. Il dvd era già partito: c’erano due ragazzi dell’est che fottevano a dovere una ragazza col caschetto nero. La inculavano inarrestabili in una grande vasca tonda. Gianluca impazziva per i ragazzi dell’est, da un po' praticamente collezionava solo dvd a tema. Cerco di concentrarmi sul video. Mi massaggio il cazzo con la mano inumidendolo di continuo. Presto però mi rendo conto che non sono con la testa li, sto vagando in un mare di pensieri, e gli occhi mi sfuggono dallo schermo. Non riesco a focalizzare. Sono eccitato si, ma non in piena erezione. Mi vengono in mente un sacco di fantasie, tutte le posizioni in cui mi inculerei io la ragazza, ma guardo di buon occhio anche i due ragazzi che la stanno montando. Uno soprattutto ha una mazza impressionante. La cappella lucida e rosata mi fa venire in mente ogni tipo di pensiero, non mi ci staccherei più! Avverto con le dita che il mio buchino ha già iniziato a dilatarsi, però continuo a distrarmi con gli occhi. Guardo prima in direzione della cucina, poi verso l’orologio. Segna le 18h11. Mi chiedo quando arrivi papà… Ormai non dovrebbe mancare molto. Quasi i miei pensieri fossero legati uno all’altro realizzo di colpo. “Cazzo mi aveva detto di andare a fare la spesa!”. Avevo sbarrato gli occhi: mancava poco alla chiusura del supermercato. Non volevo farlo assolutamente incazzare, specialmente dopo una giornataccia di lavoro. Così ho spento tutto e rivestendomi alla velocità di un fulmine sono sceso di corsa. Avevo fatto appena in tempo.
La giornata era in sostanza terminata. Non c’era più luce… “tipico di novembre” ho pensato.

Rientro a casa col fiatone, non tanto per il pensiero di aver fatto tardi,
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ma per ritrovare il calduccio tanto tanto desiderato. E infatti è li che mi aspetta. Col sorriso sulla faccia metto a posto le cose dalle buste e mi spoglio di nuovo. Erano passate da poco le 19h e papà sarebbe tornato a momenti. Avevo sfilato le mutande e messo i pantaloncini del pigiama come sempre. Mi sono messo ancora sul divano e ho acceso la tv. La noia saliva minuto dopo minuto: non avevo niente di niente da fare.
Qualche minuto dopo sento le chiavi nella serratura. “Finalmenteeee!”. Ho pensato solo questo. Almeno con mio padre mi diverto, sappiamo come passare il tempo insieme e il nostro rapporto è letteralmente idilliaco. Corro da lui ad abbracciarlo.
- Buono ma che fai! – mi dice sorridendo – vuoi farti vedere mezzo nudo da tutto il pianerottolo?!
Non è che mi fregasse molto di questo: me l’aveva già detto mille altre volte e andarlo a salutare cosi era decisamente più importante di come ero vestito. E poi con i soli pantaloncini la situazione era molto più eccitante!
Contentissimo come ogni sera l’avevo stretto forte intorno al collo urlandogli nell’orecchio
“Papààààààààà!”.
Rivederlo alla sera era forse il momento migliore delle giornate di entrambi. Mi strofino lungo la sua tuta grigia da elettricista, non è che abbia un ottimo odore in effetti… Parliamo un attimo del più e del meno e poi corre a farsi una doccia calda.
- Vado a fare una doccia calda. Tu intanto metti qualcosa sui fornelli, ho una fame da lupo…
- Ok pà – gli urlavo dalla cucina - mettiti comodo eh!
Ci parlavamo quasi a distanza, mentre io andavo a scaldare quelle quattro cose che avevo individuato come possibile “cena” e lui si spogliava muovendosi verso il bagno. Vederlo spogliarsi era tutto un programma. Altro che padre ordinato e con la testa sulle spalle. Man mano che si spostava dalla camera alla doccia lasciava in ordine gli indumenti per terra. Prima la tuta, poi maglia, fino a mutande e calzini che praticamente erano a ridosso della porta. Quanto mi piace tuttora raccogliere specialmente quest’ultimi dal parquet! Le mutande hanno un fascino particolare su di me… Ok, in realtà è solo il fatto che appena le vedo a terra mi viene in mente che le 8 ore precedenti hanno contenuto il consistente pisello di mio padre.
Ascoltarlo ‘cantare’ mentre è sotto la doccia è un piacere, rido come poche volte in vita mia. Non rimane tanto in doccia. Quando esce si asciuga velocemente e mi raggiunge. Quella sera forse aveva un fascino particolare.
- E’ pronto? Ho una fame… - e addenta un pezzo di pane.
Ero un attimo perso tra me e me. Vederlo nudo di tutto quello che aveva addosso prima era completamente un’altra cosa. Sembrava addirittura un po' più giovane di quel che era. Alto sull’uno e ottanta, fisico che manteneva una consistente porzione della muscolatura che aveva da giovane, con pochissimi peli castani. Testa rasata e braccia lunghe e forti. Si era appoggiato allo stipite della porta. Il peso ricadeva su una gamba e sul gomito piegato in alto e appoggiato al muro. Solita ‘tenuta’ serale: torso nudissimo e con addosso solo i suoi caldissimi pantaloni della tuta grigi. Quel cotone mi faceva diventare del tutto scemo a volte. Gli scivolava addosso e non lasciava niente all’immaginazione, scorrendogli lungo le gambe e più di tutto sulle forme del pacco in totale libertà – era lui che mi aveva ‘abituato’ a mettermi a mio agio cosi. Aveva il cazzo ‘sbilanciato’ tutto sulla coscia destra… Ritorno in me stesso e ci sediamo a mangiare qualcosa.

Finiamo dopo una mezz’ora. Avevamo parlato un po' della giornata, e non faceva che ripetermi le gran rotture di coglioni che i clienti gli hanno dato. Lo vedevo stanchissimo. Quasi mi vergognavo di essermi lungamente annoiato. Poi aspettare che tornasse di sera era consueta routine. Uscito il caffè glielo verso in una tazzina e prende il largo. Dice che sarebbe andato a vedere qualcosa in sala. Gli dico che lo raggiungo subito e vado in camera mia ad attaccare il pc. Appena compare la schermata iniziale mi chiama con un tono di voce quasi stupito.
- E questo?!
Faccio quei pochi passi dalla mia stanza verso il corridoio (il salotto è all’ingresso) e lo vedo ghignare.
- Ho premuto ‘av’ e è uscito il filmetto…
Sorrido.
- Ah si, è il dvd che m’ha prestato stamattina Gianluca… prima avevo iniziato a guardarlo…
- Beh la ragazza non è mica male…
Mi ero totalmente scordato del dvd, era rimasto nel lettore. Ormai papà è quasi abituato ai dvd che mi passa Gianluca, li trova ovunque. E quindi non mi faccio più problemi a lasciarli dove capita. Tanto anche lui ha una discreta dispensa di filmetti hard. I programmi iniziali mi sono tornati in mente tutto insieme: il dvd che mi ero preparato e la sega che mi stavo tirando. Senza pensarci due volte mi butto di nuovo a capofitto nell’idea e veloce mi spiaccico addosso al suo corpo.
- Dai pà ti andrebbe? E’ un sacco di tempo che non lo facciamo!
- Ahah ma se ieri mattina siamo stati a letto fino alle 11! – risponde lui – Sei proprio insaziabile!
Non gli avevo dato tanto tempo per riflettere: avevo già le mie candide manine sul suo pacco.
I pantaloni – lui compreso – non facevano molta resistenza, e gliel’avevo afferrato senza troppi problemi.
Lo guardo con occhi da cerbiatto e gli metto la mano sul mio culo. Mi ero steso sul divano già a quattro zampe, con l’uccello già bello dritto – altro che poche ore prima!
- Dai pà!
- Ma sei già eccitato! – aveva spostato la mano per saggiare la mia consistenza, trovando l’uccello di suo figlio ben duro… - Ho capito và… dai sfila la tuta al tuo vecchio…
Ero già più che soddisfatto per averlo convinto, ma sfilargli i pantaloni è stato anche meglio.

Di solito mi fiondo su di lui appena entra in casa: senza preoccuparmi troppo del resto lo denudo e finiamo a scoparci instancabilmente. Quella sera invece era andata per l’appunto diversamente. Aspetto che torni a casa solo per farci sesso. Gli abbasso l’elastico della tuta e la cappella svetta in alto gonfia e turgida. Io mi eccito piuttosto facilmente, ma mio padre mi ha sempre battuto in questo. Sfilo totalmente il pantalone e per un secondo rimango estasiato a guardargli il cazzo duro che già tante volte mi ha dato piacere.
- Ti piace eh? Ogni volta che me lo tiri fuori lo guardi cosi, in quel modo…
- Si, è come se fosse sempre la prima volta… - rispondevo quasi in trance.
- Datti da fare cucciolo che papà deve scaricare le rogne della giornata, fammi rilassare come sai fare solo tu…
La bava mi pendeva dalle labbra. Mi sono gettato a capofitto su quel tronco duro che aspettava solo me. Era già più che umido in una sola passata della mia lingua vogliosa. Mi ero messo in ginocchio a terra mentre lui con un’espressione stravolta dal godere aveva inclinato la testa all’indietro. Ogni tanto lanciava gli occhi alla ragazza che intanto aveva cambiato più volte posizione e contemporaneamente assecondava il movimento della mia testa con la mano, accarezzando i lunghi ricci castani della mia folta capigliatura. Mi aveva tolto anche i pantaloncini, mettendo completamente a nudo la mia carne bianchissima.
Appena mollavo il cazzo di papà con la mano come se fosse una molla scattava all’indietro verso l’addome. Dovevo riprenderlo in mano e riportarmelo in gola. Gli piace ancora adesso che la mia lingua vortichi all’inizio solo e soltanto sulla cappella. E per me è un piacere ancora maggiore assaporare ogni centimetro quadro di quella magnifica punta del suo cazzo. E’ tutta bella rosa, grande, calda e dura allo stesso tempo. La lecco come fosse il più buono dei gelati possibili, prima in tondo poi succhiandola e cercando di aspirarla. La punta della lingua solletica il suo frenulo e lo sento ansimare. Adoro quella cappella. Solo dopo che mi ci sono dedicato bene affondo in gola il suo manganello. Fino a sentirlo non entrare più in me. Più affondo e più gode. Lo sento durissimo che entra e esce dalla mia bocca vogliosa. Non mi lascio scappare niente. Continuo a ciucciargli il frenulo, assestare ampie leccate di lingua ai suoi coglioni pieni solo per me e durissimi, leccare anche la preziosa peluria che gli circonda quel dono della natura, palle comprese. Lui è drittissimo, stravolto dal godimento aiuta i miei movimenti con delle spinte del pube. Ha le cosce allargate al massimo per permettere a me – il suo cucciolo divorato dal piacere – di succhiare anche la sua più piccola goccia.
Afferro il cazzo di mio padre con due mani. Voglio prosciugarlo e ingoiare tutto il succoso nettare che contiene. Mentre lo ciuccio vado avanti e indietro con le mani, ce l’ho stretto nel pugno e lo sento pulsare. Più affondo più ansima dal piacere. Desidero farmi spaccare il culo dall’uomo che mi ha messo al mondo, riceverlo interamente fino allo stomaco, sentirmi pieno di lui. Mi eccita ancora di più sentirmi la sua puttanella, il suo sogno proibito in grado di portarlo al piacere più grande che possa provare, essere la sua bocca vogliosa che gli pompa l’uccello, la sua mignotta insaziabile. Quando sono a letto con lui mi trasformo e divento una macchina da sesso. Solo per lui. Come lui, mio padre, è l’unico che mi dia un godimento cosi grande. Sotto i colpi di lingua assaporo le sue gocce di presperma. Ho il buco del culo che comincia a contrarsi da solo per gli spasmi violenti che provo. Anch’io ho il cazzo che scoppia. La sua mano me lo tocca, me lo massaggia. Mi tira qualche sega mentre continuo a succhiargli l’anima.
- Basta cucciolo ti prego… non ci sto capendo niente, mi fai andare matto cosi… Vieni qui, siediti sul tuo papino… - mi dice con la voce rotta dal piacere.
Senza farmelo ripetere mi alzo in piedi. Lui mi cinge col braccio il culo e mi fa girare. Mi apre bene le chiappe e inizia a giocare con la mia rosellina. Una leccata, un’altra. Mugola mentre la passa intorno al mio buco più privato. Il rimming gli piace tantissimo, forse anche più di me. Poi mi chiede di leccargli un dito e me lo infila lentamente nel culo. Uno soltanto. Gli piace giocare con me. Sentire il mio corpo caldo e pronto per essere infilzato dal suo cazzone. Sono la puttanella che si apre soltanto per lui.
- Aaaaahhh!
Lancio un grido. Mi ha penetrato con la lingua. Con un movimento quasi circolare mi ha eccitato ogni terminazione nervosa. Non resisto più: mi giro e mi siedo sul suo pisello bagnatissimo della mia saliva. Ci guardiamo negli occhi. Mi impalo in un colpo solo, e la sensazione gli manda il cervello in orbita. Mi bacia, poi la lingua passa a solleticarmi con grandi e lenti movimenti il collo, il torace, i capezzoli. Il mio cazzo svetta sul suo addome duro e fiero. Le sue braccia possenti mi avvinghiano e si posano sui fianchi. E’ lui che guida il sali-scendi. Io gli procuro sensazioni al limite della violenza spostando avanti e in dietro il bacino. Sento il culo completamente riempito dal suo cazzone. Mentre si muove sento il risucchio delle mie budella. Vorrei averlo perennemente dentro di me. Faccio versi sempre più profondi. Ho perso tutta la mia razionalità e sono in completa ebbrezza sessuale, ubriaco e sazio del sesso di mio padre. Mi riempie freneticamente. Continuo a fare avanti e indietro con la schiena. Decido di farmi montare. Mi alzo e mi metto a quattro zampe sempre sul divano. Lui capisce e senza dire niente mi sale sopra, affondando di nuovo il suo palo di carne nel mio corpo sconquassato dal godimento furente. Mi afferra le spalle. Con l’altra mano agguanta il mio pisello di marmo e mi sega. Mi passa la mano anche sulle palle, quasi stringendo. Seguo il suo movimento da toro il più possibile, come se non volessi farlo uscire mai. Mi massacra il buco del culo a una velocità folle. Allo stesso tempo mi sega. So che sto per arrivare a fine corsa, il mio uccello è già stremato, e il piacere che il cazzo di mio papà mi sta dando sta per farmi sborrare senza sosta. Ogni volta che esce lancio un grido per il vuoto che mi lascia dentro. Quando invece è completamente dentro di me mi sento in estasi. Gli affondi sono più potenti uno dopo l’altro. Mi sta letteralmente spaccando il culo, e per godere al massimo di questo inarco la schiena il più possibile.
Un’ultima volta mi faccio girare. Lo vedo di nuovo negli occhi. Ora sono di schiena sul sofà, e lui mi spinge il cazzo nel culo tenendomi le gambe divaricate e strette verso di me. Non ce la faccio più, sto per esplodere. Papà imperterrito continua a spaccarmi la rosellina: mi regala sensazioni inimmaginabili. Al limite della sopportazione afferro il cazzo con la mano destra e per pochissimi secondi mi sego con un forsennato, cercando di mantenere il ritmo violento che mio padre mi infliggeva. La mia cappella scoppia in un lago di densa sborra bianca. Qualche fiotto colpisce anche l’addome di papà, ma la maggior parte mi ricade sul corpo. Uno schizzo addirittura mi colpisce quasi sul labbro, e con un gemito vizioso lo porto sulla lingua. Ho goduto avvertendo sia le terminazioni del pisello che quelle del culo, impazzite al passaggio della mazza di papà. Ho chiuso gli occhi e lanciato un grido deviato dal piacere che mi trapassava. Papà mi estrae con la mano il pisello dal culo in fiamme e me lo avvicina alla bocca. Lo sento ancora più caldo e gonfio di prima. Mi ficco quanti più centimetri possibili di quella instancabile meraviglia e succhio come non avessi succhiato mai. Vedo dal volto che anche lui è al limite. Mi giro mettendolo sdraiato di schiena e corro con la lingua a percorrere tutta la sua lunghezza di nuovo lo ingoio. Lui stringe le gambe attorno al mio collo, poggiandole sulla schiena. Più lecco e succhio con avidità, più il piacere lo porta a stringersi attorno a me. E’ una sensazione fantastica, mai provata prima. E poi, nel momento di massimo godimento possibile mi scarica in bocca una quantità di sborra infinitamente maggiore alla mia. Caldissima. Un sapore buonissimo. Sapeva di lui, di mio padre. E’ talmente tanta che non riesco a mandarla giù tutta in una volta, e la lascio colare sul suo pisello dalla mia bocca piena e avida. La raccolgo goccia dopo goccia, leccando tutto quel ben di dio e ripulendo il pisello ancora semiduro di papà. Sono sfiancato. Siamo tutti e due ancora caldissimi ed esausti come non eravamo da tempo. Mi guarda con affetto mentre ho la testa ancora appoggiata alla sua coscia. Il suo pisello chino su un lato e tutta quella peluria ancora bagnata della mia saliva e di qualche goccia avanzata di se.
Mi guarda:
- Avvicinati… - mi dice sorridendo, con tono stanchissimo
Quasi barcollando mi avvicino a lui. Si alza di un po' e mi lecca un angolo della bocca. Era ancora bagnata di una goccia del suo caldo liquido. Mi dice due parole piene di tutti i sentimenti che provava per me.
- Ti amo cucciolo
Gli restituisco un mezzo bacio sulla guancia e cado del tutto sfinito sul suo corpo tenero.
 
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