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L’inizio della mia fine - 1a parte

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view post Posted on 1/6/2010, 00:20     +1   -1




Vorrei premettere che non è mia abitudine frequentare su internet siti erotici, né tantomeno sono abituata a raccontare le mie cose ad altri, ma il peso che mi opprime dentro di quello che narrerò è ormai divenuto talmente grande che sento il bisogno di sfogarmi.
Oggi ho digitato la parola per me taboo “incesto” e ho casualmente scoperto questo meraviglioso sito, dove figli e vedo anche madri si raccontano, fra fantasie e verità e ho deciso di raccontare la mia storia.
Premesso questo, vi vorrei salutare tutti e presentarmi.
Mi chiamo Stefania, vivo alla periferia nord di Milano, 49 anni, un fisico non male.
Sono, anzi ero sposata, se lo fossi ancora potremmo festeggiare i 28 anni di matrimonio ma purtroppo ho dovuto lasciare mio marito pur amandolo alla follia; sono laureata in economia e commercio e lavoro come manager in una multinazionale.
La mia storia inizia un tardo pomeriggio di un venerdì di 9 anni fa.
Devo ammettere che in quel periodo le cose fra me e mio marito non andavano al massimo, quelle cose che noi donne notiamo, ma che spesso i mariti trascurano, ricorrenze dimenticate, quel dare tutto per scontato nella vita di coppia, ma alle volte un po’ di coccole anche dopo tanti anni non guasterebbero.
Fatto sta che esco dall’ufficio con un mio collega olandese, è colui che con me prende le decisioni importanti sia economiche che commerciali, ed entrambi le controfirmiamo, ci conosciamo da anni, ma nulla lasciava presumere che sarebbe finita così.
Laurence giovane trentenne rampante, un gran bell’uomo, colto, intelligente, intrigante alle volte, come dicevo usciamo dall’ufficio, andiamo a bere un aperitivo,poi i soliti convenevoli, posso prendermela comoda, mio marito è in Giappone e tornerà fra tre settimane, salvo complicazioni nella costruzione delle linee di montaggio, di lui si sa sempre quando parte, ma mai quando torna e, mio figlio, vent’anni, mi ha avvertito che non sarà con me per cena.
Una parola tira l’altra e si sono fatte le 19.30 Laurence mi chiede cosa farò in serata e io gli rispondo ”una cenetta intima! Fra me e Stefy!!”
"Non è possibile - mi risponde con un sorriso - non se ne parla nemmeno, dai ceniamo insieme anche io non debbo rientrare a casa; sai mia moglie e mio figlio sono in montagna, il piccolo aveva bisogno di cambiare aria e io sono a Milano solo e….. sinceramente non mi va di cenare con i miei suoceri!"
"Laurence dai non ho voglia di andare fuori a cena" ma lui insiste e io gli propongo di cenare da me a casa.
"OK - risponde - ma non è di troppo impiccio per te" e io “se non ti scandalizzi per i miei
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spaghetti magari scotti” e ridendo ci avviamo alle nostre macchine e presto siamo a casa mia.
Laurence telefona prima ai suoceri per avvertirli che non sarebbe tornato per cena, poi chiama la moglie, evidentemente per salutarla e le dice che sarebbe andato a una noiosissima cena di lavoro.
Ricordo ancora la risata che facemmo quando gli dissi che se sapevo di essere una noiosissima compagnia non lo avrei invitato, ma mi disse ridendo che la sua consorte era gelosissima e chissà che casino avrebbe fatto se le avesse detto che era a cena da me.
La serata scorre veloce e non posso non affermare che la sua compagnia mi rendeva felice; mi sembrava di essere tornata indietro con un uomo galante che ancora si “disturbava” a versarmi il vino nel bicchiere. ma come sempre le cose iniziano in un modo e alle volte finiscono in un altro e, non domandatemi come e perché, ma io e Laurence ci ritrovammo nella mia camera a fare l’amore.
Fu l’inizio della mia fine.
Non fu però Laurence a distruggermi la vita ma mio figlio!
Infatti dopo i nostri attimi di passione sia io che lui ci addormentammo piacevolmente appagati nel corpo e nella mente sul letto nella mia camera ma il risveglio fu terribile.
Dormendo non mi ero accorta del rientro di Alessandro, che passando per la mia camera aveva trovato la porta aperta e ci aveva trovati nudi e beatamente addormentati; il resto era facilmente immaginabile.
Non pensavo di avere in casa un tale mostro, vista la situazione, si era infatti precipitato nella sua camera e presa la videocamera ci aveva filmato in quella situazione per me incresciosa e non appagato dalla cosa aveva anche preso la sua Polaroid e ci stava fotografando, naturalmente sia il filmino che le foto erano ricchi di particolari.
Sia io che Laurence fummo svegliati dai flash e dal rumore della Polaroid.
Solo che quello stronzo non fece nulla per risolvere la cosa dandomi magari una mano a recuperare le foto, del filmino non ero ancora a conoscenza, anzi, prese al volo i suoi abiti e se la filò lasciandomi in una situazione sia psicologica che oggettiva pazzesca.
Mi ritrovai nuda, senza scampo e con Alex che continuava a far scatti nonostante io cercassi di coprirmi con le mani e le braccia, imprecandogli contro.
Dopo i primi minuti di sbigottimento cercai di contrastare la sua opera; mi coprii con il lenzuolo stappandolo via dal letto, lo rincorsi ma lui era più veloce di me, cercai di riprendermi le foto ma la sua forza era decisamente superiore alla mia, gli mollai un ceffone fragoroso ma l’unica cosa che rimediai fu una risata sadica di mio figlio e un “TROIA ORA FARAI TUTTO QUELLO CHE VOGLIO” fragoroso, che ancora oggi mi rimbomba nella mente.
Ma ancora non mi rendevo conto che da quel momento sarei stata alla sua mercè totale.

(continua)
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