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Vita mia cap. 2

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view post Posted on 1/6/2010, 00:16     +1   -1




Dopo che scoprii la masturbazione, grazie a mia cugina, non ne feci più a meno sperimentando, via via che crescevo, e dopo che i tessuti troppo sensibili della mia fighetta divennero più allenati a sentire le mie dita sopra ogni sorta di stimolazione acui potevo pensare.
La fonte del mio piacere, cioè la parte non meccanica quella nella mia testa, erano sempre i mie fratelli ed in particolare Angelo. Mi affascinava il suo cazzo come credo nessun altro dopo. Quei 5 anni di differenza erano un enormità e lo vedevo irraggiungibile sebbene non sapessi neanche cosa dovessi raggiungere. Ero in balia delle scoperte e non certo immaginavo, mentre mi dedicavo al mio piacere, di fare quello che mi aveva detto Paolo, di aver visto sulle riviste ovvero prendere nella fighetta il cazzo di Angelo (non pensavo proprio che fosse possibile stretta ed implume come era) ancor meno di prenderlo in bocca. Io mentre me la menavo pensavo a lui al suo cazzo ai peli pubici e via via che si faceva più audace alle volte che mi sfiorava il culetto col suo pacco o di sfuggita mi strusciava i capezzoli del seno.
Andai avanti con tutti e 3 (e si perchè notai in Paolo un certo interesse in me) fino all'estate successiva senza stravolgimenti, piccole cose sensazioni scoperte.
Francesco di converso era di certo il più introverso e raramente avevo avuto modo di guardarlo come con Angelo ma seppi da Paolo che era il più preso da me. Paolo che passava la metà del tempo con me e l'altra metà con Francesco ed un suo amico (meno con Angelo che aveva altre amicizie) aveva iniziato a dirmi che trovandosi con loro aveva provato ad imitarli mentre si facevano le seghe con i giornali. La cosa mi incuriosì a tal punto che mi sentivo la solita sensazione di caldo in mezzo alle gambe tanto che gli chiesi di descrivermi i ragazzi, compreso Francesco, e in maniera velata di indugiare sui loro pesciolini come in genere usavamo chiamare il cazzo. Paolo mi descrisse tutti loro che c' l'avevano grande e di coloro più scuro che avevano i peli sopra e poi la borsetta sotto della palle bella grossa. Particolare questo che apri altre questioni nella mia testa. Mi disse, poi, che in genere si calavano i pantaloni e impugnavano il pesce andando su e giù davanti al giornali. Mi disse che alla fine con gli occhi chiusi i 3 "facevano la pipi" sul giornale finendo così il tutto. Francesco mentre la stava facendo un paio di volte aveva detto il mio nome. Paolo mi disse che lui gli aveva detto che pensava a me mentre "arriva". Lo disse davanti ai suoi amici Adv
ed ora col tempo credo proprio che anche per loro ero fonte, in periodi di magra, di piacere. Fu troppo trovai il coraggio di chiedere a Paolo d farmi vedere il suo pesciolino con la promessa che gli facevo vedere la mia fighetta. Lui non ci pensò su 2 volte stavamo in casa col rischio di essere beccati ma si abbassò i jeans mentre io mi abbassai le mutandine alzandomi la gonna. Lo vidi ma era ben diverso da quello di Angelo sebbene più grande di come lo ricordassi dall'ultima volta. In più era dritto, sembrava una grossa matita con la punta di un colore pallido. Ci mettemmo di fronte a gambe aperte lui l'aveva impugnato e si stava segando mentre io ci avevo messo la mano sopra come usavo fare per masturbarmi. Lui mi disse che non vedeva bene e tolsi la mano, era rapito dalla mia fighetta. Mi disse che ne aveva viste altre su quei giornali ma mai dal vivo e che la mia era diversa, stretta e non aperta come quella delle riveste e poi non avevo i peli. Nonostante ciò gli doveva piacere molto perchè non staccava gli occhi da lì continuando a fare su e giù con la mano. Io sentivo il bisogno di farmi un ditalino con di fronte un cazzo seppur piccolo che non fosse solo nella mia testa e glielo dissi. Lui disse che stava per arrivare così ripresi a martoriarmi con la mano a conchiglia sulla passerina venendo in me che non si dica e quasi insieme a lui. Ovviamene il mio pensiero era a quella strana pipì di cui mi aveva parlato ma non ne vidi traccia.
Dopo ci rivestimmo ma mi feci promettere che mai avrebbe dovuto parlare a nessuno di ciò. Mi fidavo di lui ma ora ripensandoci dovevo sapere che era una promessa rotta nel momento in cui la faceva. L'ascendente di Angelo e degli altri su di lui era troppo forte affinché ciò potesse rimanere un segreto... con tutte le conseguenze del caso.
 
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