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Memorie

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view post Posted on 1/6/2010, 00:14     +1   -1




Nicole e sua suocera lasciano la stanza dove Peter dorme il sonno dei felici in terra (leg: "Mio marito entra nel letto della madre"). Vanno in cucina. Amanda si siede. Nicole prepara la macchinetta del caffè. La mette sul fornello ed accende il gas. Pochi minuti ed il caffè è in tavola. Lo sorseggiano. Alla fine Nicole si alza e si porta alle spalle di Amanda. Le poggia le mani sulle spalle e le fa scivolare nell’apertura della vestaglia. Ha le mani sulle grosse mammelle della suocera e comincia ad accarezzarle. “Nicole. Ho trascorso una notte molto intensa. Tuo marito non mi ha lasciato un attimo di tregua. Non credere che non ti voglio. Anch’io ardo dal desiderio di sollazzarmi con te. Ti prego rinviamo ad un altro momento”
“Apprendo con piacere che tuo figlio ti ha distrutta. Da quando non hai una notte d’amore come questa che hai appena trascorsa?”
“Una notte cosi carica di sesso non l’ho mai avuta e di questo devo ringraziare tuo marito. Mio figlio in una sola notte ha scaricato dal mio corpo anni di desideri repressi”
“Ti ha fatto anche il culo?”
“Non ancora. Però gli ho promesso che mi farò chiavare nel culo quando sarò pronta a riceverlo. Mi ha detto che almeno una volta al mese ti lasci sodomizzare. Dimmi. Prima di conoscere mio figlio avevi già avuto rapporti anali? Perché non mi parli delle tue esperienze amorose? Quando l’hai fatto per la prima volta ti è piaciuto?” “Amanda ti parlerò dei miei amori a condizione che lo farai anche tu. Anch’io voglio sapere di te”
“Te lo prometto” “Andiamo in camera mia. Ci stenderemo sul letto e ti confiderò i miei segreti” “Niente sesso?” “Niente.”

Nicole ricorda
Fino all’età di 14 anni ho condotto una vita da figlia cresciuta in una famiglia benestante. Moderna ma non troppo. Ho due fratelli. Uno è di un anno più grande. Il secondo è più piccolo di due anni. In famiglia si parla liberamente di qualsiasi argomento. I miei genitori sono di mentalità aperta. Con mia madre parlo anche di sesso. I miei non mi hanno mai vietato di approfondire l’argomento sesso nemmeno quando navigavo sul web. Al contrario mia madre partecipava alle mie ricerche con la mia stessa voglia di sapere. Mi ritrovo al primo anno di liceo che so tutto sul sesso e sulle sue implicazioni. Era, però, tutta teoria. Di esperienze reali non ne avevo mai avute. Avevo le mie fantasie erotiche che scaricavo masturbandomi come una pazza. Un giorno confidai a mia madre i miei desideri e le feci conoscere i miei sogni. Devi sapere che mia madre è una bella donna. Ha la Adv
tua stessa età. Diciamo che fisicamente ti somiglia. Quando smisi di parlare mia madre restò in silenzio per diversi minuti. Poi si scosse dal torpore. “Se ho ben capito vuoi che il tuo corpo diventi un giocattolo nelle mani di un uomo? Insomma vuoi essere coccolata?” “Mamma non ti sembra che sia giunto il momento che sia trattata da donna?” “Bambina, tu sei una donna. Hai un fisico che farebbe la felicità di qualsiasi uomo. Ne conosco che farebbero salti di gioia se tu giacessi nel loro letto.” “Tu hai parlato di me con degli uomini e ti hanno detto che sarebbero felici di avermi? Dimmi chi sono?” “Te lo dico se tu mi prometti di tenere per te quanto ti sto per rivelar.” “Mamma ti giuro che non una parola uscirà dalle mie labbra.” “Bene. Uno, il più giovane dei due, è il mio amante.” “Tu hai un amante? Non ti credo. Non è possibile. Tu sei felice di stare con il babbo. Molte volte vi ho sentito quando fate sesso. Non mi è sembrato che i tuoi gemiti fossero gemiti di circostanza. Tu godi quando papà ti prende. Non vedo i motivi di farti un amante. E poi quando è che lo incontri se sei quasi sempre in casa e quando esci ti fai accompagnare o da mio padre oppure da mio fratello più grande?” “Incomincio col dire che amo tuo padre. Il fatto di avere un amante non incide minimamente sul rapporto che ho con tuo padre che, tra l’altro, sa della presenza nel mio letto di un altro uomo. Spesso li ospito entrambi.” “Fai sesso con il babbo e con il tuo amante contemporaneamente? E di tutto questo io ne sono all’oscuro. Ma con l’altro uomo quando è che vi incontrate?” “Seguimi.” La seguo. Arriviamo alla camera di mio fratello. Apre la porta. Entriamo. Mio fratello è seduto alla scrivania è sta navigando sul web.
“Nicole, ti presento il mio amante. Come vedi non ho bisogno di altri posti per incontrarlo”
“Mio fratello è il tuo amante e il babbo ne è a conoscenza?” La rivelazione mi sciocca. Mi sento venire meno. Scappo in camera mia; mi getto sul letto e svengo. Quando riprendo i sensi, trovo mia madre seduta sul letto che tiene una mia mano fra le sue. “Mamma credo di aver fatto un brutto sogno. Ho sognato che tu mi dicevi che vai a letto con mio fratello e che mio padre ne è al corrente e che spesso partecipa, insieme a mio fratello, ai tuoi amplessi”
“Nicole non hai sognato. Ti ho detto la verità. Io li amo entrambi e faccio sesso con loro due già da un bel po’ di tempo. E loro vorrebbero che tu accettassi lo stato di fatto. Come ti ho detto tuo padre e tuo fratello ambirebbero entrare nel tuo letto e fare l’amore con te. Non lo hanno mai esternato per paura di una tua reazione.” “E hanno visto giusto. Li avrei uccisi se solo avessero tentato di mettermi le mani addosso. Ora chiamo tua madre e le annuncio che da oggi io andrò a stare con lei ed il nonno. Tu continua pure a sollazzarti con loro due. Per favore esci che non voglio più vederti.” Mia madre si alza. Mi guarda. Sul suo viso è dipinto uno strano sorriso. “Fai come vuoi.” Esce dalla stanza. Prendo una valigia e vi butto, alla rinfusa, i miei indumenti intimi e non. Monto sulla moto e via verso la villa di mia nonna che mi sono premunita di avvisare.
“Capisci, amore. Mia madre si rivelò essere una puttana. Ancora oggi, mio fratello, nonostante si sia sposato con una bella ragazza dalla quale ha avuto un figlio ed un altro è in arrivo, almeno una volta a settimana va a casa di mia madre e la monta con ardore e passione. Ma cara Amanda, non sapevo cosa mi aspettava a casa dei miei nonni materni. Ascolta.” Giungo a casa dei nonni. Mia nonna mi sta aspettando. Mi accoglie stringendomi contro il suo prosperoso corpo. E’ una donna stupenda. Bionda. Occhi celesti. Alta circa 1,80. Un petto enorme. Credo sia una sesta taglia. Un culo che sembra un grosso mandolino. Indossa un pantalone nero ed una camicia rossa quasi del tutto sbottonata sul davanti. Attraverso l’apertura si notano i suoi enormi seni liberi dal reggiseno. Quando mi ha abbracciato il mio viso è entrato in contatto con la parte superiore delle sue mammelle. Un profumo inebriante sale dal suo petto e mi inonda le narici. Inconsciamente ho poggiato la bocca nel solco che le divide e le ho dato un bacio. Lei mi ha sollevato il viso e mi ha baciato sulle labbra. È la volta del nonno a stringermi tra le braccia. Mio nonno è un gigante. È più alto della nonna. Entrambi hanno origini nordiche. Ha due mani enormi. Anche lui poggia la sua bocca sulla mia e mi bacia. Il calore delle sue labbra mi investe. Non ti nascondo che un brivido percorse la mia schiena. Finiti i convenevoli di rito, mia nonna (si chiama Geltrude) mi trascina nel salone e mi fa sedere sul divano mentre lei ed il nonno (si chiama Erik) si siedono ai miei lati. Nonostante io sia una ragazza di 1,65 di altezza con un corpo molto sviluppato: ho una quarta di seno, stretta in mezzo a loro due mi sento una nanerottola. Mi sommergono di domande. Vogliono sapere le ragioni della mia fuga da casa. La nonna mi dice che l’ha chiamata mamma e che sta molto preoccupata per la mia andata via. Io non rispondo alle sue domande. Le dico di essere stanca; di volere andare a letto; che avremmo avuto tutto il tempo che volevamo per parlare dei miei problemi. I due vegliardi mi accompagnano nella mia camera e vanno via.
I giorni che seguono mi vedono mentalmente impegnata a metabolizzare quanto è accaduto.
I miei nonni non hanno più fatto domande.
Una notte mentre attraverso il corridoio per andare in bagno sento delle voci provenire dalla stanza dei nonni. I vecchi sono ancora svegli. Mi avvicino e resto in ascolto. È la voce del nonno che sento. “Moglie, non trovi che la nostra nipotina è un bel pezzo di figliola. È tutta sua madre. Dovremo fare attenzione. Sta per incominciare l’anno scolastico. Sono sicuro che ci troveremo la casa piena di giovani puledrini che vorrebbero montarla.” “E sì. Hai ragione. Succederà cosi come per la madre. Ricordi? Più volte dovesti intervenire per evitare degenerazioni fino a quando…. Stai fermo con le mani.” “Geltrude. Ho una voglia matta. Girati.” “Dai. La bambina potrebbe sentirci.”
Oh Dio! Il nonno si è ringalluzzito. Ritorno in camera. Sto stesa sul letto e il silenzio mi riporta le frasi appena ascoltate. Il nonno mi trova una bella ragazza. Il fatto che mi abbia fisicamente paragonata a mia madre mi ha fatto immensamente piacere. Detto da lui che si ritrova nel letto una donna bella e bona come mia nonna è un grosso complimento. Mi ha fatto piacere perché anche la nonna gli ha dato ragione. Peccato che non abbia potuto completare la frase. Mi sarebbe piaciuto sapere a cosa faceva riferimento mia nonna a proposito dell’intervento del nonno. Inconsciamente la mia mano scivola nelle mie mutande e le dita vanno in cerca del clitoride. Lo stringo e con il pensiero rivolto a quello che stanno facendo i miei nonni prendo a titillarlo furiosamente. Smetto quando raggiungo l’orgasmo. Mi addormento. Il mio sonno è continuamente interrotto sempre dallo stesso sogno. Mi vedo nuda nel letto di mia nonna con il corpo del nonno disteso sul mio e che cerca di far entrare il suo cazzo nel mio nido. La mattina mi sento uno straccio. Ho le mutande completamente farcite dai miei umori. Mi alzo, esco nel corridoio. Non sento rumori. La casa è avvolta nel silenzio. La porta della camera dei nonni è aperta. Mi avvicino e lancio uno sguardo dentro. Mia nonna è a letto girata su di un fianco. È completamente nuda. I raggi del sole che filtrano dalla finestra si infrangono sui suoi bianchi glutei mettendone in evidenza la bellezza e la grandezza. Mia nonna ha un culo stupendo. Noto che il nonno non c’è. Facendo attenzione a non fare rumore mi avvicino al letto. “Se credi che non ti abbia sentito ti sbagli. Su, vieni avanti. Entra nel letto. Non ho voglia di alzarmi. Vieni a tenermi compagnia. Tuo nonno è uscito e starà fuori l’intera giornata e forse anche tutta la prossima notte.” “Nonna sei nuda.” “E con ciò! Non hai mai visto una donna nuda? Almeno tua madre l’avrai pur vista qualche volta. Ho capito. È il mio corpo che ti fa senso. Hai ragione. È il corpo di una vecchia. Eppure, cara nipotina, non sono sempre stata così. Un tempo facevo strage di uomini.” “Nonna. Chi ha detto che sei vecchia. Non è vero. Al contrario. Hai un corpo da far invidia alle più belle star del mondo della celluloide. Sei una statua di bianco marmo. Se le vecchie avessero un corpo come il tuo noi giovincelle resteremmo a secco per un bel pezzo.” Una fragorosa risata fece seguito alle mie ultime parole. “O amore della nonna. Vieni. Fatti stringere dalle mie braccia. Come sono contenta per quello che hai detto.” In un lampo sono sul letto fra le braccia di mia nonna. Lei mi stringe contro il suo prorompente seno e mi copre di baci. “Nonna hai due tette che fanno paura. Potresti allattare un reggimento di soldati.” “Ti piacciono? Tuo nonno le adora.” “Ci credo. Chiunque farebbe carte false solamente per poterle toccare.” “Tu non le faresti le carte false? Dal come le guardi stai morendo dalla voglia di toccarle. Dai toccale. Non ti mangeranno?” “Nonna. Davvero posso toccarle?” Allungo le mani e le poggio su quei grandi globi di bianco marmo. Dio come sono dure. Non sembrano mammelle di una donna che sta per raggiungere la soglia dei 50 anni. “Nonna sono magnifiche. Che dolce sensazione accarezzare le tue poppe. E i tuoi capezzoli? Sembrano due noci tanto sono grossi e sono talmente duri da sembrare granito.” “Piccola porcellina. Ho capito cosa vuoi? Prima spogliati e poi stenditi di fianco a me.” Eseguo. Nonna passa un suo braccio sotto la mia testa e mi attira verso di se. Porta l’altra mano sotto una sua mammella la solleva e l’avvicina alla mia bocca. Sento il grosso capezzolo spingere contro le mie labbra. “Dai bimbina. Vuoi che io ti allatti? Vieni ti farò succhiare. Apri la bocca e succhia.” Non me lo faccio ripetere. Apro la bocca e mi avvento su quel turgido bullone di dura carne. Lo artiglio con le labbra e lo imprigiono. Geltrude guaisce. “Sì bambina mia. Datti da fare. Anche a me piace farti succhiare dalle mie mammelle. Tu non puoi ricordarlo ma non è la prima volta che ti faccio succhiare le mie tette. Quando eri piccolissima e piangevi, per calmarti, in assenza di tua madre, mi scoprivo il seno e l’offrivo alla tua famelica bocca. Hai succhiato dalle mie mammelle fino all’età di tre anni. Dio come mi piace sentire la tua lingua giocare con il mio capezzolo.” Mi prende l’altra mano e la porta sull’altra mammella. Con le dita le artiglio il grosso capezzolo e lo torturo strizzandolo e torcendolo. La sento gemere. Lei mi accarezza le cosce. Le sue dita cercano di insinuarsi fra le mie cosce. Tiro su le gambe e le allargo favorendo le sue mosse. La sua mano risale fino a raggiungere l’inguine. Le sue dita superano la barriera delle mutandine e si fanno strada verso la mia vulva. Incontrano le grandi labbra. Le sfiorano con i polpastrelli. Si introducono nello spacco che le divide. Le piccole labbra le si parano davanti. Lei le artiglia e le strizza. Il piacere che mi provoca si trasmette alla mia bocca. Stringo i denti intorno al suo capezzolo e lo mordo strappandole un grido di dolore. La sua mano prosegue l’esplorazione della mia vagina. Un suo dito cerca di introdursi nell’orifizio vaginale. Serro le gambe. “Non opporre resistenza. Lasciati andare. Vedrai ti piacerà.” “Nonna. Non è che non voglio. È che sono ancora vergine.” Di colpo Geltrude ritrae la sua mano dalle mie cosce. Strappa il capezzolo dalla mia bocca e si mette in ginocchio sul letto seduta sulle sue stesse gambe. “Sei vergine? Vuoi dire che una ragazza della tua bellezza non ha ancora trovato l’uomo che ha raccolto il suo delizioso fiorellino? Mi stai prendendo in giro?” Il suo marmoreo corpo mi sovrasta. Le sue grosse tette si sollevano e si abbassano sotto l’azione del suo respiro. “Nonna, non ti prendo in giro. È la verità. Sono vergine.” “Tua madre lo sa?” “Si. Gliene ho parlato.” “E lei?” Racconto alla nonna di quello che è accaduto con mia madre e del perché della mia fuga da casa. Mia nonna mi afferra per le spalle, con una forza che non credevo avesse, mi solleva e mi stringe contro il suo petto. Le sue mammelle si schiacciano contro il mio viso. “Scusami. Non immaginavo. Se sapevo non avrei tentato di sedurti.” “Nonna perché mi chiedi scusa? A me non è dispiaciuto succhiare le tue mammelle e mi auguro che continuerai a lasciarmele succhiare. Il sapore del tuo corpo mi piace e il tuo profumo mi stordisce.” “Vuoi dire che stavi provando piacere?” “Si nonna. Ti prego continuiamo in quello che abbiamo iniziato. Fammi godere.” “Oh! Bimbina. Stai offrendo il tuo meraviglioso corpo di verginella alle mie vogliose brame. Non ti farò pentire di averlo fatto. Vieni.” Mi fa stendere. Lei si posiziona in cima alla mia testa. Da quella posizione vedo le parte inferiore delle grosse mammelle e i grossi capezzoli che svettano verso l’alto. Poi i due grossi globi si muovono e dondolando mi vengono incontro. La nonna sta proiettando il suo corpo sul mio. Un capezzolo raggiunge la mia bocca che si apre e lo accoglie. Le mie labbra si chiudono intorno a quel succoso fragolone e lo succhio. La testa della nonna è sul mio petto. Le sue labbra hanno agganciato un mio capezzolo e lo succhiano. Poi, facendo vibrare la sua lingua su ogni cm 2 del mio giovane corpo, incomincia a scendere, strusciando il suo corpo sul mio, verso la congiunzione delle mie cosce. Allargo le cosce per favorire la sua esplorazione. Nonna si trova davanti ad una fichetta completamente depilata e dalle grandi labbra molto polpose e pronte per essere mangiate. Le caldi labbra di mia nonna si schiudono sulla mia vagina. La bacia. La sua lingua, strappandomi gemiti di piacere, spazia su tutta la superficie delle mie grandi labbra. Poi le allarga con le dita e la punta della sua lingua, vibrando, guizza verso l’interno e comincia l’esplorazione delle parti nascoste. Le prime ad andarle incontro sono le piccole labbra che, gonfie e pulsanti, si offrono ai ghirigori della sua lingua. Le succhia. Vado nel pallone. La lingua della nonna sta esplorando le pareti del mio orifizio vaginale. La mia vagina si sta riempiendo di secrezioni vaginali. La nonna le lappa e l’ingoia. In questo la mia testa si trova proiettata fra le cosce della madre di mia madre. La sua grossa figa è schiacciata sul mio viso. Il suo clitoride preme contro le mie labbra. Le dischiudo ed il glande del clitoride si insinua fra le mie labbra. Lo accolgo chiudendolo in una morsa. La mia lingua si scatena. Lo lecco e lo titillo con la punta della lingua. Geltrude emette un lungo nitrito. Lo succhio. Le faccio un pompino. Il clitoride è diventato duro come il granito. Nonna preme con forza la sua fica sulla mia bocca. Il bacino di mia nonna si solleva e poi si abbassa. Il clitoride sembra voglia sfuggirmi. Capisco cosa vuole. Nonna mi vuole chiavare in bocca. La favorisco stringendo le labbra intorno all’inturgidito clitoride smettendo di succhiarlo. La mia vegliarda si scatena. Le sue labbra si sono strette intorno al mio clitoride e lo stanno succhiando. Allo stesso tempo con movimenti sempre più veloci mi chiava la bocca. Insieme raggiungiamo uno sconvolgente orgasmo annunciandolo con sonori nitriti e grida di piacere. Lei erutta nella mia bocca il suo godimento che ingoio con gusto. Dalla mia uretra vengono espulsi schizzi di denso sperma che mia nonna si premunisce che non vadano dispersi. Li lappa e li ingoia facendo attenzione che non una goccia vada persa. Appagate del piacere raggiunto ci stendiamo sul letto tenendoci abbracciate. “Ti è piaciuto?” “Sì, nonna. È la prima volta che un essere umano mi fa godere. È stato magnifico. Sono oltremodo contenta perché sei stata tu, mia nonna, a portarmi in paradiso. Mi auguro che lo faremo ancora.” “Per farlo lo faremo. Ogni qualvolta che ne avrai voglia. Vuoi essere la mia amante? Non ti porrò condizioni. Quando ti stancherai di me potrai sempre lasciarmi. Non mi opporrò.” “Nonna. Sì. Voglio diventare la tua amante. Ti prometto che non ti lascerò. Se mai dovessi innamorarmi di qualcuno tu sarai sempre la mia preferita. Il tuo letto non sarà mai da me abbandonato.” “Grazie amore.” “Nonna. Ieri sera hai fatto sesso con il nonno? Ti ho sentita gridare il tuo piacere. Dimmi. Il nonno a letto com’è?” “Brava la porcellina! Ti metti ad origliare dietro le porte?” “Nonna. Non c’era alcun bisogno di origliare. I tuoi nitriti si sono sentiti in ogni angolo della casa.” “Non volevo essere cattiva. Del come è il nonno a letto lo puoi dedurre da quello che hai sentito. Ma perché tanto interesse per le prestazioni sessuali di tuo nonno?” “Vorrei vederti mentre il nonno ti prende.” “Tu vuoi vedere tuo nonno nell’atto di deporre il suo fallo nel mio ventre? Vuoi vederlo mentre mi chiava? Sai cosa mi stai chiedendo? Non è che ti stai innamorando di Erik?” “Non so se è amore, ma questa notte ho più volte sognato il nonno disteso nudo sul mio corpo ed ogni volta ho raggiunto un orgasmo”
“Dio. La storia si ripete” “Che intendi dire?”

continua
P.S. Questo è un racconto di fantasia. Ogni riferimento a persone viventi è puramente casuale.
 
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