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Al privè con lei

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view post Posted on 1/6/2010, 00:06     +1   -1




AL PRIVE’ CON LEI


Tutto ha inizio qualche anno fa. L’inizio di una piacevole complicità. Mia sorella Federica di qualche anno più giovane di me, attraversava davvero un momento terribile della sua vita.
Federica, bella donna di 27 anni, viveva a Roma, felicissima nella professione un po’ meno nella vita privata, stava separandosi dal marito di cui era profondamente innamorata. Lui l’aveva lasciata per un’altra. Spesso alla fine di interminabili telefonate cercavo di farle capire che cambiare aria per qualche giorno, l’avrebbe aiutata; “vieni qualche giorno a Milano”, ma lei era sempre titubante finchè un giorno mi disse: “fratellone se vuoi, sono libera da impegni di lavoro e ti raggiungo per un po’ di giorni, parto mercoledì e domenica sera mi riaccompagni all’aeroporto”. Fui felice ma anche consapevole che la crisi stava toccando l’apice. Tornando a casa la sera dopo il lavoro, la vidi con mia moglie che conversavano e che lei piangeva, mi si strinse il cuore e cercai di metterle un po’ di allegria, grandi abbracci, grandi complimenti, grandi consolazioni. Purtroppo il lavoro mi tenne impegnato tutto il resto della settimana e potetti dedicarmi davvero poco a lei, ma il sabato sera avevo programmato un uscita a tre con mia moglie per farla svagare un pò. Purtroppo la sera mia moglie dette forfeit: un mal di testa, dovuto alla cervicale, le toglieva ogni voglia; nonostante tutto, consapevole della situazione ci pregò di uscire ugualmente e che lei avrebbe preso un antidolorifico e si sarebbe messa a letto. Controvoglia ma pur sempre convinto che per mia sorella avere una serata diversa da quelle che ultimamente stava passando sarebbe stato un toccasana, uscimmo. Lei si era messa in tiro ed io le dissi "stasera ci prendono per fidanzatini, e se non fossi mia sorella ci proverei" giusto per tirarla su.
Al ristorante gran parte dei nostri discorsi, si rivolse alla famiglia al lavoro fino a che lei non introdusse il discorso che la faceva stare male. Il tradimento del marito e il successivo suo allontanamento da casa. Era disperata la cosa la toccava nell’intimo, si sentiva ferita come moglie e come donna, era una cosa inspiegabile e non riusciva a metabolizzarla, era prostrata, avvilita, ed io non riuscivo con le mie tenere carezze e le parole di conforto a tirarla su. La cena volgeva al termine e mentre pagavo ebbi un idea. “Stasera passiamo una serata diversa, dai” lei di rimando mi fa “non vedi che palla che sono, preferirei tornassimo a casa”. Io invece la presi sottobraccio e mi diressi verso Corso Buenos Aires. Entrammo nel locale e lei ancora non aveva realizzato se non quando scendemmo le scale, di cosa si trattava. “dove mi hai Adv
portata sei impazzito” ed io di rimando “ passeremo una serata strana, ma diversa chissà che lo shock non ti tiri un po’ su” ci sedemmo su un divano, in pista tanti uomini e qualche coppia ballavano musica anni 80.Una coppia vicino a noi continuava a limonare ed un signore seduto vicino li guardava e si palpeggiava la patta. Gli sguardi dei maschi erano insistenti e il suo imbarazzo notevole, continuava ad essere nervosa e ripetermi che ero pazzo. “vado a prendere qualcosa da bere cosa vuoi?” “qualcosa di forte” mi alzo e mi dirigo verso il bar. Con la coda dell’occhi vedo che il primo le si avvicina ma lei continuava a dire di no a non so quale domanda. Ritorno mi siedo “cosa voleva?” “mi ha invitata a ballare, ma gli ho risposto di no” “ed invece dovresti ti rilassi un po’ e poi vedi che sei sempre desiderabile” mandò giù il jack Daniel che le avevo preso e mi prende per mano “andiamoci io e te”. La seguì, in un nulla fummo circondati da 4 maschi che le sorridevano e le facevano complimenti, al 3 brano le faccio nell’orecchio:
“non sono abituato vado a sedermi”. lei rimase lì e la vidi che cominciava a scongelarsi. Dopo qualche minuto io guardavo intorno sorseggiavo il mio drink e la osservavo. Fu dopo un po’ che non la vedevo più in pista e mi preoccupai, mi alzai e cominciai a cercarla, fino a che non mi decisi di andare nelle stanze attigue, la vidi. Era seduta sul letto, un maschio le aveva ficcato il cazzo in bocca, mentre un altro già nudo alle sue spalle la stava palpeggiando. Rimasi sorpreso, mi misi ad osservare discretamente se la cosa era forzata oppure lei era compiacente. Non c’era dubbio a lei andava me ne accorsi dal fatto che lo aveva preso in mano per aiutarsi mentre lo spompinava, dalla foga e dai colpi di lingua che ogni tanto faceva balenare, uno vicino a me ad alta voce: “stasera c’e bella gente io entro è proprio una bella pompinara questa” e varca la soglia. I due maschi si erano dati il cambio ora lei lo succhiava all’altro mentre l’altro si spogliava. Si era distesa sul letto e gli leccava le palle, lo ingoiava con ingordigia, gli dava colpetti di lingua sul frenulo per poi ingoiarlo ancora. Avevo il cazzo durissimo, ormai nuda con tre uomini nella stanza, era eccitata e a suo agio. Nuda solo con le calze potetti vederle la figa, una fessurina con po’ di pelo sul monte di venere, lucida dall’eccitazione. l’avevano messa a pecorina ed uno la scopava inesorabile da dietro mentre lei succhiava l’altro cazzo. Era evidente che da tanto non ne prendeva e che l’astinenza le era bastata. Il terzo entra in scena dio pensai questo la rovina. Era un anziano sui 50 anni con un cazzo inverosimile sia per lunghezza che per diametro già duro, lei lo vide arrivare lascio di succhiare per imboccarsi il cazzone. Lui le disse “succhiami troia, ha mai preso un cazzo così?”, quello dietro continuava con una foga incredibile ad assestargli violenti colpi. Il cazzone ad alta voce dice “preparatela che me la voglio fare questa cagna!”. Mi faccio coraggio ed entro anch’io mi siedo vicino a lei sul letto, come un automa mi tiro fuori il cazzo e comincio a segarmi,il vecchio intanto sposta quello dietro e la prende per i fianchi, lei trasale è allora che si accorge della mia presenza, ci guardiamo negli occhi le dico “ti stai divertendo”. il vecchio la sculaccia ,lei non ha la forza di rispondermi, abbassa gli occhi in segno di assenso, sento la sua voce solo quando urla “no, lì no, non voglio”; il vecchio la tiene ferma era sudato e con uno sguardo truce glielo pianta in culo lo capisco dal suo urlo uno dei due mi fa: "tienila ferma per le braccia non farla muovere”; io li accontento le tengo le braccia mentre viene inculata selvaggiamente. Aveva smesso di succhiare urlava all’unisono con il cazzo che le entrava era evidente che era troppo per lei, quando è venuto il vecchio ridendo ci fa “ora non vi divertite più venite a vedere come è largo” cavolo aveva il buco arrossato e pulsante non riusciva a chiudersi. Ebbe un attimo di tregua era esausta dolorante ma fu solo un attimo, gli conficcarono subito un cazzo in bocca “succhia puttana lavorami il cazzo” fu allora che persi la testa, era di fianco che oscenamente mi offriva il culo aperto e la fighetta guazza al mio sguardo di fratello, ma anche di maschio, e fu allora che glielo infilai dentro. Che figa calda! Stretta, un gioiello da chiavare e da godersi. Mi stavo chiavando mia sorella ma non ero assolutamente dispiaciuto non avevo sensi di colpa, ero felice di fottermi una meravigliosa creatura disponibile, bella e vacca. Lei leccava i due cazzi a turno, godeva a ripetizione. Finche i due non mi dissero che adesso toccava a loro prenderla. La fece sedere sul suo cazzo il secondo da dietro comincio a puntarlo sull’ano sfondato. La presero a sandwich, io la guardavo in volto guaiva e adesso li incitava “ancora si si dai non fermarti, più forte, dammelo, spingi”. mi guardò e mi disse "vieni ti faccio sborrare" capì al volo cosa desiderava e glielo misi in bocca. Venimmo insieme, loro nei preservativi, io direttamente nella sua bocca. Mando giù tutto fino all’ultima goccia e quello che aveva sulla bocca e sul viso lo raccolse con un dito e se lo leccò.
Per strada non ci dicemmo una parola, lei era seduta dietro sdraiata sul sedile e percepivo dei flebili lamenti, al ritorno a casa mia moglie dormiva beata.
 
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