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L'educazione sessuale di Annalisa - 1a parte

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view post Posted on 31/5/2010, 23:14     +1   -1




La giovane collegiale mi guardava timidamente; unica figlia del mio defunto fratello, e rimasta orfana anche di madre, mi era stata affidata dal giudice tutelare, perché ne avessi cura, fino a quando non avesse raggiunto la maggiore età. Ero andato a prenderla nella lontana città dove aveva vissuto fino ad allora con suo padre e mi aveva fatto subito un'ottima impressione; seria, rispettosa, pulita, era proprio come dev'essere una ragazzina di buona famiglia, non sfacciata come siamo ormai abituati a vedere oggidì le ragazze, che appena puberi ostentano la loro femminilità acerba e la loro sensualità per eccitare la libidine dei maschi; Annalisa no, mi appariva come la figliola che ognuno vorrebbe avere ed era proprio la sua aria ingenua che mi stimolava molto. Infatti, sotto i leggeri vestiti estivi, prometteva di essere già molto appetitosa, nonostante i suoi quindici anni,
Non potevo fare a meno di pensare che, se avesse ricevuto molto cazzo, e bello duro, sarebbe sbocciata in men che non si dica. Non c'è niente come il cazzo, per far crescere bene e maturare le ragazze; dopo un po' che la loro fica ha incominciato a ricevere dei manici rigidi e potenti, il loro corpo fiorisce, emanando tutti i suoi aromi, e diviene sempre più sensuale e appariscente.
Poco dopo il nostro incontro, stavo già pensando a come indurla a lasciarsi fottere da me; certo non potevo chiederglielo direttamente, aveva ricevuto un'educazione molto severa dalle suore presso le quali studiava e mi avrebbe respinto inorridita: dovevo perciò attirarla a me a poco a poco, destare i suoi sensi e le sue voglie, che, data l'età, chiedevano solo di essere stimolati per esplodere in tutta la loro violenza.
Già durante il viaggio sul treno che ci portava a casa, ebbi modo - per così dire - di assaggiarla; lo scompartimento era vuoto, salvo noi due.
- Perdona questo vecchio sentimentale e lascia che ti abbracci forte, Annalisa, tu sei tutto ciò che mi rimane della mia famiglia! -
La ragazza docilmente mi baciò ed abbracciò.
- Vieni sulle mie ginocchia Anna, e baciami ancora, fa' conto che io sia tuo padre. -
Il suo culetto sodo sulle mie ginocchia era una sensazione elettrizzante, che non mancò di sortire un forte effetto nei miei pantaloni. Nella foga di abbracciarla, le misi la lingua in bocca, certo che lei non sapeva che cosa significasse un tale atto. - Zio, che cosa fai? - disse Anna, arrossendo improvvisamente. - Niente di male, cara, è una manifestazione d'affetto. -
Però la troietta del tutto innocente non è, pensai; se il bacio in bocca la turba vuol dire che qualcosa sa già, o ha già provato. Bah, meglio così,
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può darsi che cada nella mia rete più facilmente.
- Vieni a cavalcioni di questo ginocchio, cara, così ti abbraccio meglio...
La ragazza, un po' sorpresa, si accomodò come le avevo detto, mentre continuavo a baciarla sulle guance; le afferrai allora i glutei con le mani e la spinsi verso di me: le natiche erano perfettamente percepibili sotto i jeans leggeri e me la avvicinai ancor più, in modo che la sua gamba strofinasse contro il mio pene già rigido. Con l'aiuto della vibrazione del treno, il piacere stava sempre più crescendo; d'altronde sapevo che il suo clitoride strusciava contro la mia coscia e lei certamente ne provava piacere; me lo dimostrava l'imporporarsi delle sue guance e quel certo turbamento nello sguardo, che è così seducente nelle ragazze. Fingendo di baciarla innocentemente, intensificai ancora la pressione e il movimento della sua gamba contro il mio pene, e della sua vulva contro la mia gamba. Il godimento venne improvviso; senza che potessi trattenermi, eiaculai abbondantemente nei pantaloni, emettendo un gemito strozzato. Mi lasciai andare sul sedile dello scompartimento con le lacrime agli occhi.
- Zio, zio, che cos'hai? - disse Annalisa.
- Niente, niente, cara - risposi - La commozione mi ha sopraffatto per un momento. Tu sei l'unica figlia del mio povero fratello, non ho potuto trattenermi. -
Da quel momento in avanti, non perdevo occasione di abbracciarla ipocritamente per palpeggiare le sue tette e strusciarmi col cazzo sul suo bel culo.
 
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