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in vacanza con mamma parte 3

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view post Posted on 31/5/2010, 23:12     +1   -1




Mia madre, che a mio avviso grazie ai due bicchierini aveva perso un po’ di freni, partì con un discorso che non mi era ben chiaro; partendo da non so dove parlò soprattutto del fatto che avevo bisogno di maggior sicurezza in me, ma non riuscivo a capire dove voleva arrivare.
Alla fine mi disse:
“Facciamo un patto: se mi prometti che inizierai a fare una vita normale con le ragazze, a provarci come tutti i ragazzi della tua età, io ti darò l’esperienza che ti manca“
Non proferii parola, l’espressione inebetita mi rimase almeno per un minuto.
“Lo faccio perché sono tua madre ed è un peccato che un ragazzo della tua età perda gli anni più belli solo perché ha un po’ di paura , certo che se non vuoi non ti costringerò certo io“
“Mamma, sei la donna più bella del mondo come posso dire di no, questo per me è un sogno”
“Calmo“ rispose “non pensare subito a cose sconce, io ti insegnerò come si fa, sta a te poi fare pratica con le ragazze “
Si avvicinò mi prese per la testa e cominciò a darmi un grosso bacio in bocca, la mia lingua curiosa si incrociava con la sua e il suo gusto mi fu in bocca.
“Come mancanza di esperienza“ disse “mi sembra che ci sai fare con la lingua“.
“Qualche bacio a qualche ragazza l’ho dato, è da li in poi che ho seri problemi“ risposi.
Si slacciò il reggiseno e mi mostrò il suo seno, due tette incredibili.
“Alle ragazze piace quando tocchi loro le tette, prova dai … “
Partii titubante, al contatto con quelle tette sode mi sentii percorrere da un brivido, allargai la mano destra su tutta la superficie del suo seno e con il pollice e l’indice stuzzicai il suo piccolo capezzolo.
Mamma si distese, appoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi.
Chinai la testa e con la lingua mi misi a stuzzicare il capezzolo libero.
Il mio uccello stava scoppiando, stavo provando delle sensazioni incredibili, non riuscivo più a ragionare.
La mia mano destra si stacco dal seno e si insinuò dentro alle mutandine, sentivo i ricciolini di pelo, li accarezzavo, provai ad entrare con un dito tra i peli e con mio stupore mia mamma allargò leggermente le gambe per facilitarmi l’operazione.
Ero messo male ma non volevo rovinare quel momento magico e col dito cercai di entrare sulla sua vagina. Era tutta bagnata.
“Piano!“ disse improvvisamente “devi andare piano e fare più dolcemente, altrimenti mi fai male“
Scesi dal letto, con entrambe le mani le tolsi gli slip e lei, oramai completamente nuda, senza proferire parola allargò le gambe.
Ero con
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la faccia a pochi centimetri da quella splendida figa spalancata.
Era molto ben curata, il pelo era stato sicuramente accorciato e ai lati tolto lasciando una riga non troppo stretta.
Non ero mai stato così vicino al sesso di una donna, potevo sentirne il profumo.
Con le mani si aprì le grandi labbra scoprendo una zona rosa e bagnata.
“Prova a leccare qua - disse - le donne impazziscono“
non me lo feci ripetere due volte, sostituii le sue mani con le mie e mi avvicinai con la lingua, alla prima leccata mi sentii in bocca tutto il suo sapore: era dolciastro, denso e un po’ appicicaticcio ma incredibilmente gradevole.
Da vera maestra corresse i miei difetti e mi spiegò bene dove e come passare la lingua per far provare alla donna il maggior piacere.
Ad un certo punto si irrigidì, fece come per chiudere le gambe e si girò.
“Meno male che avevi difficoltà“ furono le sue parole.
“Mamma, non ce la faccio più devo venire anch’io“
Mi tolsi i boxer e mi distesi vicino a lei, il mio uccello era dritto e duro come il marmo.
Lo prese in mano con maestria, inizio pian piano a masturbarlo, venni subito imbrattandole tutta la mano.
Si alzò e si diresse verso il bagno, con la mano pulita raccolse la sua biancheria e chiuse la porta dietro di se.
Mentre faceva il giro del letto non le staccai gli occhi di dosso guardavo il suo ventre piatto come una trentenne e sotto quel boschetto del quale avvertivo ancora il sapore in bocca.
Pensavo a cosa le avrei detto, a cosa sarebbe successo adesso. La porta del bagno si aprì e mamma aveva addosso le mutandine bianche della sera prima e la stessa maglia azzurra con la scritta Mauritus.
Si mise a letto e mi disse: “Ricordati che hai fatto una promessa. Notte“
Mi misi i boxer, spensi la luce e in uno stato di confusione mentale mi addormentai.
La mattina dopo mi svegliai verso le dieci, la mamma non c’era , era uscita prima senza fare rumore.
Avvertivo ancora in bocca quello strano e dolce sapore.
Presi un caffè al bar, di vento nemmeno l’ombra.
Le due bionde che mi avevano guardato il giorno prima arrivarono in compagnia di alcuni ragazzi dell’animazione, e vennero proprio da me, con la scusa del torneo di freccette cominciammo a dialogare del più e del meno.
Erano di Bergamo e la loro era una vacanza premio per festeggiare la maturità, avevano entrambe un anno più di me.
Mia madre arrivò al bar proprio mentre stavo conversando con le due tipe e non nascose un sorrisino malizioso.
La presentai ed entrambe mi fecero i complimenti, non era da tutti una mamma così.
Sinceramente era proprio bella, aveva un pareo trasparente ed un costume arancione , il reggiseno era annodato davanti , il tutto in un fisico da paura.
La conversazione fu alquanto superficiale, mia madre ad un certo punto salutò dicendo che si stava perdendo tutto il sole e io fui costretto a partecipare al ridicolo torneo di freccette.
Paola, la più provocante delle due mi stava abbastanza sotto, probabilmente aveva deciso di tornare a Bergamo dopo essersi tolta qualche soddisfazione, l’altra invece non si staccava da un animatore del posto, a lei invece interessava ritornare con un souvenir dell’isola.
La mattinata passò tranquilla, vita da villaggio, pranzammo assieme, poi io tornai in camera a distendermi un po’.
Trovai mia madre a letto, era bellissima la sua carnagione era diventata piu scura, le mutandine bianche risaltavano ancora di più.
Chiacchierammo un po’ delle due ragazze, le dissi che la bionda con le tette più grandi mi pressava e che mi aveva fatto una serie di complimenti , sia su di me che su di lei.
Finito di chiacchierare andò in bagno a mettersi il costume e poi andò al mare, io mi distesi sul letto e non potetti resistere a masturbarmi pensando ovviamente a lei.
Quella sera a cena trovai le due ragazze, le quali mi chiesero se dopo lo spettacolo stavo un po’ con loro al piano bar.
Accettai l’invito, mia madre andò in camera prima che finisse lo spettacolo che sinceramente non piaceva molto neanche a me.
Andai al bar e trovai Paola con la sua amica sedute ad un tavolino con l’animatore del posto, del quale non conoscevo neanche il nome.
Mi presi una birra e mi sedetti con loro, chiacchierammo per una mezz’oretta, dopodiché i due si alzarono e lasciarono li io e Paola con i discorsi sulla scuola, maturità e il suo prossimo corso di laurea in economia aziendale.
 
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