| "Non lo voglio più". Con questa frase su un messaggio scritto, una famiglia americana ha mandato indietro un bambino russo adottato lo scorso anno. Artem Saveliev, sette anni, era stato portato via da un orribile orfanotrofio da una donna del Tennessee, che gli aveva regalato una nuova vita: ma la sua madre adottiva, Torry-Ann Hansen, un'infermiera di 26 anni, madre single con un altro figlio naturale, ieri lo ha rimesso su un aereo per Mosca, rispedendolo a casa con un biglietto stampato in cui affermava a chiare lettere di non volerlo più come figlio, non prima di avergli riempito lo zainetto di colori e dolciumi per passare un buon viaggio. Secondo la donna, l'orfanotrofio di Vladivostok, dal quale proveniva il bambino, avrebbe mentito a proposito di alcuni problemi comportamentali di Artem. Accuse negate dall'istituto, che ha detto che il bambino non ha nessun problema, è solo testardo e che la sua unica disabilità sono "i piedi piatti". Artem, che compirà otto anni la prossima settimana, è arrivato a Mosca confuso e spaventato ed è diventato protagonista di un vero e proprio caso.
MOSCA: "BLOCCARE TUTTE LE ADOZIONI" Mosca ha intenzione di sospendere tutte le adozioni di bambini russi da parte di famiglie statunitensi, finchè l'accordo bilaterale tra Stati Uniti e Russia che regola il processo non sarà formulato. Lo ha detto oggi in un'intervista televisiva il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, come riporta Interfax. Una chiara risposta allo scandalo esploso in Russia per il caso di Artiom Saveliev: un bambino di 7 anni che ieri è stato rispedito a Mosca dalla sua famiglia adottiva americana, accompagnato da una nota che spiegava che non voleva più tenerlo con sè. Il comitato investigativo russo ha aperto un'inchiesta sull'incidente, che ha suscitato reazioni infuriate in Russia. «Abbiamo deciso di congelare tutte le adozioni finchè Usa e Russia non firmeranno un accordo sui termini delle adozioni, e sugli obblighi delle famiglie Usa che adottano i nostri bambini», ha spiegato Lavrov, aggiungendo: «lo abbiamo proposto da tempo . Ma sono stati riluttanti a intraprendere questo passo. L'ultimo incidente però ha superato i limiti della nostra pazienza».
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