| Premetto che ho compiuto 14 anni, la scuola è appena terminata, quindi mi trovo spesso in casa da sola, i miei genitori lavorano, mio fratello Gino 24 anni fa un doppio lavoro, fa il turnista e quando e fuori turno va in un cantiere edile.
Mia sorella Amelia 20 anni studentessa universitaria, studia in città e sta fuori tutta la settimana, ma non sempre rientra.
Io Susy, al primo anno di liceo classico, spesso per non rimanere da sola vado da Bruna una mia compagna con la quale vado molto d’accordo, anche lei spesso sola.
Bruna un anno più grande di me, mi racconta delle sue conoscenze sul sesso, io in verità non sapevo nulla fino al mese scorso, anche se mi accorgevo che il mio corpo stava cambiando progressivamente, ormai stavo diventando una signorina, il seno stava crescendo e gia portavo una seconda abbondante, ogni tanto mi specchiavo di profilo per vedere se le sporgenze erano ben visibili, il monte di venere era coperto da un ciuffo che diventava sempre più fitto e scuro.
Un giorno da bruna si parlava di ragazzi, mi limitavo ad ascoltare perché non avevo la minima idea di come fossero: hai mai visto un uomo nudo chiesi timidamente, sì mio cugino una volta mi ha chiesto se gli facevo vedere com’ero fatta, e io gli ho proposto di fare altrettanto, ci siamo toccati, e gli è diventato enorme, poi abbiamo sentito che arrivava qualcuno e ci siamo ricomposti.
Sai Bruna; non riesco ad immaginare come può diventare il sesso dei maschi: aspetta rispose, e presa una sedia, la avvicinò all’armadio e ne tolse da sopra una rivista.
Cominciammo a sfogliare, e le immagini d’uomini e donne che facevano sesso, mi portarono in un mondo che non avevo mai immaginato, in quel momento squillò il telefono, e sobbalzai per lo spavento, quando Bruna rispose, capii che doveva uscire prima che i negozi chiudessero, uscimmo insieme ma ci lasciamo fissandoci appuntamento all’indomani.
Lungo il tragitto per arrivare a casa continuavo a pensare a quella rivista, e nella mia testolina continuavo a ripetermi che ciò che avevo visto, era solo creato al computer, quindi volevo costatare di persona.Arrivata a casa, trovai solo mio fratello che dormiva perché aveva il turno di notte, cominciava a fare caldo, quindi dormiva in mutande, e l’unico lenzuolo che usava, era arrotolato ai piedi del letto, la casa era piccola e la sua stanza era per tutti e tre.
Alla vista di Gino che dormiva profondamente, mi balenò l’idea che avrei potuto sbirciare dentro alle sue mutande per vedere com’era fatto, mi avvicinai piano senza fare rumore, misi un dito dentro al bordo allargando l’elastico per vedere dentro, per paura di essere scoperta, mi tremavo tutta, dopo il primo approccio vidi che continuava a dormire, quindi decisi di vedere meglio.
Messo in vista, il suo sesso si presentava come un nido con il pene completamente immerso nella peluria quasi non si vedeva, lo presi con la mano accarezzandolo, con gran sorpresa mi s’ingrandiva nella mano a vista d’occhio, in un attimo la mia mano non riusciva più a contenerlo, la sensazione che provavo nel toccarlo mi portava una certa eccitazione, feci scorrere la mano lungo l‘asta fino ai testicoli, prendendoli in mano, nel tenerli sentivo come delle vibrazioni, mentre il pene faceva dei movimenti come per alzarsi, controllai che Gino non si stesse svegliando, avvicinai il seno come avevo visto nella rivista, il contato tra le tettine mi diede una sensazione nuova che ancora non conoscevo, notai che il glande si era scoperto mostrandosi lucido, mi toccai dentro alle mutandine e le scesi fino alle ginocchia, mi accorsi che ero umida, la posizione in cui dormiva mio fratello non mi consentiva di prendere bene la sua asta tra le tettine, per giunta si era mosso, ora era disteso su un fianco quasi al bordo del letto, presi la sua mano e la portai sul mio seno, la feci scendere sul ventre fino a portarla sulla mia patatina.
Il calore della sua mano sulle mie parti intime mi procuravano nuove sensazioni, il suo fallo sempre eretto, m’incuriosiva, oramai gli arrivava all’ombelico, mentre lo guardavo ripensavo alla rivista, le immagini scorrevano ancora nella mia mente e quella che sembrava più sbalordente, era una scena di sesso orale, una scena che subito mi pareva disgustosa e inacetibile, all’improvviso mi venne voglia di sentire che sensazione poteva darmi, m’inginocchiai, e ci posai sopra le labbra, dal piccolo foro sul glande usciva una goccia di liquido denso trasparente che a contato con le dita diventava scivoloso, con le labbra provai come avevo visto nella rivista, il sapore acidulo non era disgustoso, e la sensazione del glande sulle labbra mi eccitava ancora di più, e il timore che Gino si svegliasse, non m’impedivano di fare ciò che mi veniva in mente, il fatto di sentire le pulsazioni del pene, m’indussero ad azzardare di più, ero riuscita a calare le mutande di mio fratello fino a mezza coscia, e ciò mi permetteva di toccare la sua asta e di sentirla tutta in mano, era talmente vicino al bordo che provai ad avvicinare il bacino per sentirlo tra le cosce, non era semplice, con qualche acrobazia riuscì nell’intento, e la sensazione che provai quando la sua cappella si posò anche se per pochi istanti lungo le grandi labbra, mi diedero un brivido di piacere intenso, la sveglia segnava le sette e mezza, da lì a poco avrebbe suonato, quindi mi ricomposi e cercai di tirare su le mutande anche a Gino riuscendoci solo in parte, mi ero ripromessa che avrei fatto di tutto per approfondire l’argomento.
Mi spogliai e presi una vestaglia quasi trasparente, prima di indossarla aspettai che suonasse la sveglia, appena cominciò a suonare, la portai alla testa per indossarla, senza fretta lasciando il mio corpo in bella vista coperto solo dalle mutandine in pizzo rosa, girata verso l’armadio, vedevo dallo specchio mio fratello che mi guardava imbarazzato, eccitato all’inverosimile, cercava di coprirsi maldestramente, finii di infilarmi la vestaglia e mi girai verso di lui, facendo finta di niente, notai che aveva lo sguardo strabiliato, lo salutai amicando un sorriso, lanciai uno sguardo malizioso alle mutande, poi mi chinai a cercare nel cassetto del comodino, lasciando il mio culetto in bella mostra, lo spazio era abbastanza limitato e nel muovermi feci in modo di strusciare contro il suo paco sentendone la consistenza, poi con una crema mi diressi al bagno, rimasi qualche minuto, poi lasciai libero il bagno, Gino vi entrò e io mi precipitai a spiare dalla serratura, vidi che si masturbava, quindi lo chiamai con una scusa dissuadendolo, smise di menarselo e venne ad aprire la porta, entrai prima che lui uscisse, visto lo spazio angusto, incrociarsi tra la lavatrice e il lavandino ci costrinse a spiaccicarci uno contro l’altro, visto l’eccitazione di mio fratello, lasciò che il suo fallo aderisse contro le mie cosce eccitandosi ancora di più, mi fermai davanti a lui guardandolo con sorpresa, ma allo stesso tempo compiaciuta, aspettavo che lui facesse la prima mossa, lui abbassò lo sguardo sul mio seno, cercava una scappatoia per uscire da quella situazione, poi sgusciò fuori e tornò in camera.
Lo chiamai dopo pochi minuti: Gino, a che ora devi andare al lavoro, tra un’ora rispose, comincio a preparare per la cena cosi quando arriva la mamma ceniamo, detto ciò, misi l’acqua per la pasta, e cominciai ad apparecchiare, Gino mi raggiunse in cucina, notavo con la coda dell’occhio che sbirciava attraverso la vestaglia, e io facevo di tutto per provocarlo senza darlo a vedere, pensavo all’indomani quando sarebbe tornato dal lavoro, in genere alle sei del mattino arrivava e andava di filato a dormire mentre mamma e papà uscivano poco prima che lui rientrasse, e questo giocava a mio favore, cercavo un modo per raggiungere il mio obiettivo ma non avevo idea di come avrei fatto.
Finito di apparecchiare, andai in camera per indossare indumenti più adeguati, lasciai la porta aperta, mi levai la vestaglia che indossavo restando in mutandine, mi attardai aspettando che mio fratello si avvicinasse a sbirciare, mi ferma in un punto che potesse essere visto dalla porta del bagno, quando mi accorsi che era nel corridoio, mi levai le mutandine e mi chinai in avanti per raccogliere l’indumento, indossai con calma una camicia più coprente, prima di coprirmi, mi girai dando modo di esibire il mio corpo completamente senza veli, poi tornai in cucina notai il rigonfiamento sulla patta di mio fratello, intanto sentii arrivare la macchina dei nostri genitori, dopo una giornata di lavoro rientravano stanchi quindi si cenava, si stava un po’ a parlare, e si andava a dormire.
La mattina sentii la macchina partire, e mi tornò alla mente che di li a poco sarebbe arrivato Gino, mi apprestai a tirare su la vestaglia fino a lasciare quasi scoperto il mio culetto, poi feci in modo che il lenzuolo si arrotolasse e pendesse dal letto fino a toccare terra, passarono pochi minuti e sentii la porta aprirsi le prime luci cominciavano a riempire la stanza, e quando Gino entro nella stanza non poté fare a meno di vedere ciò che avevo accuratamente preparato, si fermò ad osservare, mentre io facevo finta di dormire profondamente, sentivo la sua mano che sfiorava la vestaglia scoprendomi meglio, sentivo il suo fiato vicino quasi a sfiorarmi, mi girai supina scoprendomi il più possibile e portando la patatina direttamente sul suo viso, sentii i primi baci sull’inguine, e divaricai le gambe il più possibile, lui esitava aveva il terrore di essere scoperto, sentivo che voleva abbandonare l’idea di continuare, a quel punto non resistetti: ti prego continua gli dissi, rimase stordito dalla sorpresa, ma fu solo un attimo, senti ancora la sua bocca lambire l’inguine, e la sua lingua che si faceva strada tra le grandi labbra, la sentivo saettare mentre i miei umori copiosi invadevano tutta la vagina, si fermò per levarsi vestiti mentre lo osservavo seduta sul letto davanti a lui, si chinò su di me e finì di svestirmi, nel farlo mi ritrovai il suo fallo poggiato al petto, fui fulminea e lo chiusi tra le tettine facendolo aderire per tutta la lunghezza, mentre il glande usciva lucido e paonazzo all’altezza del mento, poggiò le sue mani sulle mie spalle cercando un contato più completo, sentivo che ero pronta a fare qualsiasi cosa mi avesse chiesto tanto ero eccitata, lasciai che la sua asta scorresse fino a poterla toccare con le labbra, gli diedi un bacio proprio sulla punta, e sentii il sapore acidulo della sera prima, la sua mano che si posava sulla mia nuca mi fece capire quanto gradiva il tocco delle mie labbra, lasciai che il glande scivolasse tra di esse, mentre con le mani prendevo il suo fallo saggiandone la consistenza, succhiai un po’ la cappella, e l’asta sussultò vibrando nella mia bocca, lasciai entrare tutto il membro fino a toccare l’ugola, poi presi a muovermi come a farmi scopare in bocca, in pochi istanti lui cerco di liberarsi, ma io lo trattenevo e uno schizzo caldo di liquido biancastro mi inondò fino alla gola, dovetti deglutire per non soffocare, lascia uscire il fallo dalla bocca e lo accolsi tra le tette, volevo osservare il liquido che ancora usciva, lo fece scorrere su e giù e gli schizzi si posarono sulle mie tettine, fino a che no prese ad ammosciarsi, solo allora Gino proferì poche parole: scusa non volevo farti questo mi disse accarezzando i miei capelli, così dicendo si chinò su di me e mi diede un bacio sulla bocca, non avevo mai baciato, ma sentire le sue labbra sulle mie mi dava delle sensazioni fortissime, dischiusi le labbra e la sua lingua si introdusse a cercare la mia, risposi al suo bacio con altrettanta veemenza mentre le sue mani palpavano le mie tettine e trastullavano i capezzoli facendomi trasalire, mi adagiò sul letto, e si distese su di me senza staccare la bocca dalla mia, sentivo il suo fallo premere sul pube, mentre lui si muoveva facendolo scorrere tra i nostri corpi.
Credevo di avere raggiunto il massimo del piacere, e mi lasciai andare al suo volere, le sue labbra seguivano e lambivano il collo, le spalle, i seni e via, via a scendere fino Al pube, divaricai le gambe per consentirgli di raggiungere la mia micina, ero fradicia d’umori, e la sua lingua s’introdusse tra le grandi labbra procurandomi degli spasmi di piacere che mi era impossibile contenere, m’inarca per essere penetrata più in profondità, ecco cosa era l’orgasmo di cui avevo sentito parlare pensai, mentre la sua lingua saettava dentro alla mi patatina portandomi al settimo cielo, le sue labbra avevano trovato qualcosa da suggere che mi procurava quasi uno svenimento per il piacere che provavo.Mi sentivo sfinita dal piacere, mi abbandonai completamente, senza reagire, Gino lasciò che mi riprendessi, e si distese al mio fianco abbracciandomi e stringendomi forte a sé, mi rilassai pensando che fino ad allora non immaginavo che si potessero provare tali sensazioni.
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