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La prima volta Free Incesto

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pusher93
view post Posted on 18/3/2009, 20:52     +1   -1




Il mio vero nome è Veronica e sono un’amica di Lu, recentemente abbiamo deciso di rendere inchiostro su carta le mie primissime esperienze sessuali e condividerle con voi. Queste mie iniziali sperimentazioni sono state tutt’altro che tradizionali, mi hanno investito con una tale potenza da infondere in me una propensione alle relazioni sessuali (al puttanesimo) degna della peggiore delle troie.

Certo, non posso lasciar ricadere su di me tutta la responsabilità di questa rapida trasformazione da donna a troia che ha forgiato l’attuale Veronica, infatti, vista la famiglia che mi è toccata, non credo che avrei potuto evolvere in modo differente. Ma andiamo per gradi... Mancava qualche mese ai miei 14 anni, frequentavo ancora le scuole medie, anzi nel periodo che vado narrandovi ero sotto esame. Per questo avevo persino pensato che lo stress accumulato per quella prova d’affrontare di lì a poco avesse costituito una delle cause scatenanti del prurito rovente ed onnipresente che aveva preso ad albergare tra le pieghe della mia sconosciuta micina.

Sconosciuta, esatto! Mai prima m’ero avventurata ad esaminarla come invece cominciai a fare in quei giorni, o meglio in quelle notti. Era infatti proprio di notte che il prurito diventava talmente insistente da non essere sopportabile; in più il calore che si generava nelle mutandine, prendeva a propagarsi lungo tutto il mio corpo, facendomi sudare moltissimo e dandomi, a volte, la sensazione d’avere la febbre. In quelle condizioni fu spontaneo e risolutivo accarezzarmi il sesso. Dio mio, mi sembrò d’aver trovato una miniera d’oro dentro me, ma anziché darmi ricchezza mi dava piacere! Alla neofita del sesso qual ero, non sembrava vero che quel punto del corpo, da tenere nascosto e protetto a tutti i costi, fosse in realtà il generatore del piacere. Così, presto, riuscii a risolvere il problema del prurito.

Le mie carezze divennero frequentissime; pensandoci a posteriori, il mio comportamento era simile a quello assunto dai maschietti nel momento della scoperta delle capacità del proprio grillo, infatti, proprio come di loro abitudine, ero sempre alla ricerca d’un luogo idoneo per masturbarmi. Anche per questo motivo, i miei mirabolanti assolo furono presto sostituiti (o meglio, integrati), con fantastiche scopate ai limiti della realtà. Fautore del grande salto dalla masturbazione al sesso fu il mio adorato fratellone Diego. Di circa tre anni e mezzo più vecchio di me, un fico da brividi, alto, magro e coi muscoli ben definiti, Diego, capelli lunghi e neri, sorriso strappa-orgasmi e sensualità da vendere, entrò autoritariamente nel mio immaginario erotico! …nonostante tutto, nonostante il parentado!Evidentemente le rapidissime mutazioni del mio corpo, che sembrava gonfiarsi di giorno in giorno, non passavano indifferenti agli istinti del mio congiunto.

I seni, seppur non ancora grandi, facevano un grande effetto perché erano come spuntati dal nulla nel giro di pochi mesi. Erano duri e compatti come due frutti acerbi ma anche ricettivi come due antenne. Il culo, una volta riempitosi, è salito di mezza spanna, forse troppo, sembrava arrogante, mi rubava la scena. Mamma e papà ci avevano fatto belli entrambi, proprio come loro. Comunque capii che qualcosa era cambiata quando Diego cominciò a dedicarmi attenzioni che credevo non gl’appartenessero. Infatti il fratellone era sempre stato troppo concentrato a correre dietro le sue fan… si, lui le chiamava così! Evidentemente, però, il seme della lussuria ed il pallino del sesso ribollivano in lui prepotenti così come in tutti gl’altri componenti della mia famiglia. Dicevo, però, di queste attenzioni… che so!... Alcuni gesti di cortesia, prima d’allora mai elargiti! Una maggiore presenza nella mia quotidianità! Aveva smesso di mettermi in difficoltà in presenza d’altri! Ma soprattutto, diede vita ad un’intensa e magnetica attività colloquiale che il più delle volte toccava in rapida successione argomenti delicati come: corpo…segnali…cambiamento…sesso.

Fu così che Diego mi parlò del suo grillo e del meraviglioso rapporto che ad esso lo teneva legato come fosse un amico e non un’appendice fisica. Mi disse... - Vedi, Vero, il grillo ha bisogno di continue attenzioni e cure... basta niente che prende a sentirsi solo e mi cade in depressione! - Che stupido che sei, Diego! - È vero, sorellina! Io ne ho sentite di testimonianze che confermano questa tesi! - Ma smettila! Tu sei un maiale, è questa la verità! - Si, è vero: sono un maiale, ma le soddisfazioni che mi dà il grillo non me le ha mai date nient’altro! Come mi fa sentire bene una succosa sega, nemmeno un otto in pagella!!! Discussioni del genere alimentarono sia il mio vocabolario che il fuoco della curiosità che mi bruciava dentro. Diego avrebbe successivamente provveduto a rincarare la dose confessandomi dell’irrefrenabile impulso che lo spingeva a spiare i nostri genitori di notte.

Loro, i nostri genitori, erano molto giovani e passionali ed i momenti di sesso erano costanti e vulcanici. Da un pò di tempo, Diego, non perdeva occasione per spiarli e masturbarsi con grande piacere. Capii a quel punto che se le cose tra me e mio fratello erano cambiate così tanto era probabilmente anche grazie a quel vizietto: evidentemente Diego spiava anche me! Ad ogni buon conto decisi di non fugare subito quel dubbio poiché una domanda a quel proposito sarebbe suonata come un’ammissione dei miei frequenti toccamenti, che invece avevo sempre intenzionalmente omesso nelle discussioni con Diego, che invitai però a rendermi partecipe qualora si fosse presentata l’occasione per spiare mamma e papà. - La prossima volta voglio vedere anch´io! - D´accordo sorellina! Loro ci danno dentro praticamente ogni notte: papà ha il sangue caldo come il mio! Non temere, vedrai che già stanotte potremo dare un’occhiata! - Allora t´aspetto in camera, quando il momento sarà quello giusto mi chiamerai! Il piano, come fosse stato quello per assaltare un furgone portavalori, fu messo a punto con grande minuziosità in un clima giocoso ed eccitante allo stesso tempo. In quei frangenti potei rendermi conto del bozzo che si era formato nei pantaloni di Diego: il pensiero di ciò che avremmo fatto quella notte era troppo dolce per il suo grillo; infatti, il fratellone, scappò poco dopo! …a masturbarsi come un forsennato, immagino! Sopraggiunse la notte e con essa il solito insopportabile prurito.

Prefigurandomi lo spettacolo che mi attendeva, il prurito si presentò decisamente intenso e, appunto, insopportabile. Andai in uno dei due bagni che abbiamo al secondo piano (quello dove ci sono le camere da letto per intenderci), mi accomodai sul bidé e con l’acqua ghiacciata provai a spegnere l’incendio che era nato tra le mie cosce. Non ci riuscii: neppure l’acqua ghiacciata placò la mia eccitazione. Per niente infastidita, anzi ero un po’ divertita, resi l’acqua più tiepida, lasciandola poi zampillare sul mio clitoride gonfio e voglioso. Era la prima volta che attuavo quella tecnica di masturbazione, mi sditalinai come mai prima gemendo e godendo come una piccola cagna in calore. Capii che in mancanza d’un vero cazzo, il getto d´acqua tiepida sul clitoride è un vero toccasana. Sta di fatto che quel godimento molto intenso mi lasciò senza forze ed anche molto appagata, questi due fattori furono la causa del mio addormentarmi attendendo Diego. Effettivamente io avevo provato in tutti i modi a restar sveglia, ma l’orario del congiungimento carnale dei miei era davvero molto tardo. Tutt’un tratto mi svegliai, c’era Diego che mi scuoteva stringendomi il braccio destro; erano ben visibili anche nell’oscurità il sorriso a trentasei denti stampato sul volto e l´euforia soffocata nello stomaco. - Svegliati forza! - Ah, sei tu! Che stupida mi sono addormentata! - E dici bene, sei proprio una stupida, è da un pezzo che provo a svegliarti! Alzati presto! Feci come mi aveva detto e cominciai a seguirlo.

Diego si fermò sulla soglia della porta, si voltò e mi disse :- Sei bellissima con questo pigiamino, sorellina! Il mio pagiamino consisteva in uno short di raso modello atleta, tanto corto da lasciare scoperti parte dei miei generosi glutei; e una mogliettina corta che lasciava scoperto l´intero ventre. Mi bastò poco per capire cosa intendesse, così replicai:- Muoviti scemo, voglio vedere! Pochi passi dopo eravamo sulla porta della camera da letto dei nostri genitori. Mugolii, rantoli ed urla soffocate erano perfettamente udibili già con la porta chiusa. Diego s´industriò per aprirla con estrema capacità e disinvoltura, capii allora quanto spesso fosse dedito a quella pratica voyeristica. La scena che si parò davanti ai miei occhi ancora ignari mi colpì con una potenza devastante. Ebbi una specie d´orgasmo intestinale. Cioè sentii un potentissima botta di piacevole emozione colpirmi il ventre e da lì propagarsi verso lo stomaco e la gola che sentii soffocata, e verso la mia micina che prese a pulsare vogliosa. In realtà non vidi granché: la mamma era supina sulla sponda del letto e a cosce larghe, papà in piedi davanti a lei la penetrava con decisione e ritmo.

Non so cosa mi colpì di più. Non vidi il sesso di nessuno dei due, la posizione da loro assunta non me lo permetteva. Oltre al sesso non potei distinguere nessun altro particolare anatomico degno di nota se non il culo e le spalle di mio padre; però vedere i miei accoppiarsi in quel modo bestiale fu ugualmente uno shock, un piacevolissimo shock. Ero eccitata e divertita allo stesso tempo, Diego invece era concentrato e dedito a masturbarsi con discrezione con la mano infilata nel pigiama. Desideravo toccarmi e lo feci insinuando le dita nel lato del pantaloncino. Raggiunsi immediatamente il frutto già schiuso e schiumante, lo sfiorai delicatamente e per non più d´un minuto venendomene con immenso stupore per quella sconosciuta intensità. Pensavo di svenire e quasi ululavo, così m´affrettai a ritornare in camera per godermi quelle splendide sensazioni con più calma.

Sprofondai sul letto, anch´io supina, con un sorriso ebete e lo sguardo fisso sul soffitto, quindi fui raggiunta da Diego. Lui aveva la stessa espressione di pochi minuti prima, l´euforia che lo pervadeva era visibile come fosse un oggetto. - Visto che roba? - Avevi ragione, Diego: papà e mamma hanno il sangue rovente... e l´hanno fatto venire anche a me! - A chi lo dici! Diego venne a sedersi sul lettino accanto a me, poggiò immediatamente una mano sulla caviglia e prese a carezzarmela, spingendosi lentamente più su fino al polpaccio. - Dio mio, Vero... sei tutta la mamma... sei bellissima! - Non dire e non fare sciocchezze, Diego! In realtà sia il complimento che i toccamenti mi stavano facendo trasalire, non avrei voluto che si fermasse per nulla al mondo. Quante volte avevo pensato alla sfortuna che Diego mi fosse fratello e che quella parentela mi chiudeva le porte del piacere che da lui avrei potuto trarne!? Fortunatamente, i fremiti del mio corpo e gl´occhi ribaltati all´interno smentivano nettamente le mie ipocrite richieste verbali, e Diego sapeva perfettamente ciò che stava accadendo, sia dentro me che tra noi due. - Nessuna sciocchezza, sorellina... non sono mai stato più serio! Così lasciò che la mano scavalcasse il ginocchio e salisse rapida lungo la mia coscia nuda e bianchissima.

Ancor prima d´arrivare all´altezza dei pantaloncini si scontrò con un copioso rivolo d´umori: Diego ne saggiò la consistenza con le dita, io invece, a quella vista, m´eccitai ancor di più inarcandomi un pochino col bacino. A quel punto il mio fratellone ebbe fugato ogni dubbio si fece ancora più sicuro e intraprendente e così, dopo pochi secondi, le sue dita s´insinuarono nell´ampio solco dei pantaloncini raggiungendo la mia fichetta fradicia e spasimante. Il dito più invadente cercò subito di forzare il mio imene nuovo di zecca, provai un po´ di dolore, mi sfuggì un piccolo grido ed indietreggiai istintivamente. - Shhh! Sta buona, non ti faccio male! Il suo sorriso era rassicurante ed erotico allo stesso tempo; la mano libera si prodigò in una rapida carezza ai capelli e al volto poi, Diego, si reclinò su di me e mi baciò delicatamente le labbra. - Sorellina... - Fratellone... Ecco, la frittata era fatta: il desiderio s´era impossessato, prepotentemente, d´entrambi! Diego mi fulminò con un altro sguardo carico di passione, quegl´occhi a pochissimi centimetri dai miei mi parvero ancora più belli e sicuri. Ormai certo del mio benestare, continuò a forzare il mio sesso con le dita; io invece presi a baciargli la mano che aveva fatto scivolare sulle mie labbra, per poi succhiargli l´indice che imitava l´altro intento a frugare tra quel altre lebbra. Lo ciucciai per bene assecondando l´andirivieni da lui imposto, poi glielo morsi perché provai un intenso dolore quando finalmente mi sentii penetrare nella fica. - Ahia! Non è questo il dito che devi staccarmi a morsi... è quell´altro più grasso! Mi disse ridendo, l’adorabile porco, prima di cominciare a far scivolare il dito dentro e fuori dalla mia fichetta dolorante. - Fa piano ti prego, Diego! - Ti fa male? - Si... ma mi piace anche... sii delicato che mi fai godere! - Tu mi fai andare fuori di testa! Mi distesi, infilai le mie dita snelle ed agili nell´elastico del pigiama che tirai giù con convinzione, però, quel sesso così duro e sporgente restò impigliato nell´elastico e fu spinto dal mio gesto giù, giù per poi svincolarsi, svettare ed oscillare tra le gambe di Diego.

Mai visto un cazzo in vita mia, quello di Diego mi parve enorme. Era nerboruto, le vene blu in rilievo lo circondavano come a fasciarlo; non era drittissimo, aveva una leggera curvatura a destra, testimonianza inequivocabile della passione di Diego che lo costringeva a sfogare il suo seme più e più volte al giorno; il glande era davvero grande, spiccava lì in cima come una cupola viola; era lucidissimo e la poca luce della stanza si rifletteva sopra perfettamente. Un paletto di carne duro come il marmo ed attraente come una calamita. La mia mano s´affretto ad afferrarlo: percepii subito un estremo calore e fortissime vibrazione che si propagavano da quel portatore d´amore lungo il mio arto per sconquassarmi nello stomaco. Istintivamente cominciai un lento su e giù. Dalla cappella sgorgava copioso il suo nettare trasparente ed oleoso, ci passai la mano sopra per poi cospargerlo lungo tutta l´asta. Diego godeva emettendo piccoli rantoli che sembravano uscirgli dal petto più che dalla gola, intanto spingeva anche un altro dito dentro me con convinzione crescente, regalandomi un´ondata di spossanti orgasmi. In preda ad una sconosciuta lussuria, usai la mano libera per accarezzarmi la pancia e salire su fino ai seni che scoprii allo sguardo di Diego che fino ad allora non li aveva neppure sfiorati. Vidi i suoi occhi sgranarsi e luccicare alla vista di quegli abbozzi di seno, lievemente pronunciati, nodosi, duri e sovrastati da sottili capezzoli di bambina dall´aureola piccola e chiarissima. Come un indemoniato si divincolò per stendersi su di me e baciarmi dappertutto: mi sembrava una piovra, i suoi movimenti erano convulsi come quelli d´un novellino; probabilmente era talmente coinvolto dalla passione che non riusciva a ragionare sul da farsi.

Dalla sua bocca una quantità impressionante di saliva fluiva sui miei seni, sul mio collo, sulle labbra che, Diego, si decise finalmente ad impossessarsene, mordendole e succhiandole alternando dolcezza ed impeto. Più giù invece il suo cazzo, quasi come fosse animato, suonava con veemenza al campanello del mio piacere, battendoci contro con precisione e maestria. Un nuovo orgasmo mi travolse allorché Diego inarcandosi energicamente sembrò volermi violare nonostante la mia micia fosse ancora protetta dal pantaloncino. Quello fu l´orgasmo più bello e travolgente che avessi mai provato in vita mia, strinsi un orecchio di Diego nella mia mano per costringerlo con la bocca incollata alla mia che era spalancata ed inglobava parte del suo volto.

Il mio incontrollato impeto procurò dolore al mio fratellone che si ritrasse di scatto graffiandosi a sangue il volto con le mie unghie lunghe ed affilate. Il suo inequivocabile verso di dolore, seguito da un´altrettanto inequivocabile smorfia, mi procurò un po´ d´ansia che andò a sommarsi ai mille altri stati d´animo violenti e ghermenti; poi, però, Diego si passò una mano sulla ferita raccogliendo un po´ di quel sangue, mi sorrise, e l´ assaggiò. In quel momento mi sembrò una specie di dio: forte, generoso e potente come nessun altro. L´epilogo era comunque alle porte, potei sentire nitide le contrazioni del sue enorme fallo allorché l´impugnai per smanettarlo così come lui m´aveva chiesto.

Pochi colpi ed un mare di fiotti di sperma tesi e potenti partirono da quella verga vibrante. I primi, e più vigorosi, mi raggiunsero il viso e i capelli, altri andarono a depositarsi sul collo e sui seni, altri ancora, man mano che la pressione calava, mi colpirono sul ventre e sul pube coperto dai pantaloncini. Infine, una grossa quantità mi colò sulle mani che continuai a muovere sporcandole col seme della vita del mio amato fratellone. I miei occhi strabuzzati e la bocca aperta mi donavano un´espressione a metà strada tra la stupita e la scandalizzata: non ero in nessuna di queste due condizioni, perché in realtà ero estasiata. Scoprire il corpo di uomo di Diego ed essere esplorata dalle sue mani pioniere mi avevano sconvolto i sensi in un modo che non credevo... ...inspiegabilmente la voglia mi bruciava ancora dentro... Colmo d´affanno, Diego s´adagiò accanto a me. Gli strinsi un braccio al collo, lui invece mi accarezzò sulla pancia e sui seni, raccolse un bel po´ del suo sperma su due dita e lo porse alle mie labbra. - Ti và d´assaggiarlo? Non s´aspettava che rispondessi infatti aveva già fatto ruotare le dita con cui reggeva il suo dolce nettare... adesso posso dirlo con cognizione di causa, posso affermare che in realtà lo sperma di mio fratello è la cosa più buona che sia mai transitata in questo cavo da troia.

Una vera e propria droga. Già in quella circostanza potei notare quanto anche lui ne fosse goloso: infatti, dopo che commentai positivamente sul succo delle sue palle, il fratellone si prodigò a leccarmi il viso per convogliare verso la mia bocca altro sperma; quindi le nostre lingue turbinarono tra saliva, sperma e il sangue che ancora fuoriusciva dal taglio sul volto. - Mi hai fatto morire, Diego? - A chi lo dici! Quasi svengo! Chi lo avrebbe mai detto: la mia sorellina è uno schianto e le sue manine sono fatate! ...chissà però come te la cavi con la bocca? - E tu? La mia provocazione suonò come un esplicito invito alle orecchie di Diego che con sommo piacere si precipitò con la testa tra le mie cosce.

Purtroppo dovetti fermarlo. - No, Diego no... hai dimenticato che di là ci sono mamma e papà!? - Ma stanno facendo le loro cose, hai visto! - Credi che siano ancora lì a fottersi? - Ne sono sicuro! Quindi s´alzò dal letto di scatto e si diresse verso la porta. Sbirciò nel corridoio sporgendo la testa, poi mi sorrise invitandomi a seguirlo. Nuovamente, dopo pochi passi, fummo su quella porta da dove continuavano a provenire inequivocabili rumori e versi riconducibili ad un’indemoniata attività sessuale. Seppur avevo assodato che avevo ancora un po´ di tempo da poter dedicare all´esplorazione del piacere, curiosa come mai prima, volli dare un´altra occhiata a quei due porci dei miei genitori.

Così, con estrema circospezione, mi prodigai per spiarli, riuscendo questa volta a vedere qualcosa in più dei loro corpi. Infatti erano entrambi rivolti verso la porta, papà disteso sulle spalle teneva la mamma dai fianchi che a sua volta, dando le spalle a mio padre e con la testa ben reclinata all´indietro per potersi anche slinguare, si sosteneva usando sia le braccia che le gambe, impalandosi energicamente sull´enorme cazzo di papà. Vedevo i seni gonfi e sodi della mamma ballonzolare al ritmo delle poderose spinte di quell´altro cazzo della famiglia, che potei finalmente osservare sufficientemente bene e che mi sembrò simile a quello di Diego ma più grande; soprattutto i testicoli che col loro sobbalzare parevano simili a palline da pingpong. Stralunai gl´occhi a quella visione così porno, Diego se ne accorse e sorrise colmo di compiacimento; anch’io lo feci, con uno dei miei carico all´inverosimile di malizia. Bene, eravamo sulla stessa identica lunghezza d´onda. A quel punto, Diego mi costrinse spalle al muro, proprio il muro della camera da letto dei nostri, a pochi centimetri dalla porta, e mi baciò con talmente tanta passione che quasi mi soffocava. Io ero spaventata e divertita allo stesso tempo, all´inizio cercai d´allontanare quella specie di maniaco da me, poi l´eccitazione prese il sopravvento e le mie difese si fecero sempre più blande fino a sparire lasciando al loro posto complicità e collaborazione.

Infilai le mani nel suo pigiama ed afferrai il pisellone turgido e ancora sporco di sperma. Inutile dire che Diego aveva perso molto meno tempo di me ed era già intento a succhiarmi le tettine, messe subito completamente a nudo, ed a ravanarmi la fica che ormai sentivo come fosse in fiamme. Da lì, inoltre, erano perfettamente udibili le zozze parole d´amore dei nostri genitori che avevano aumentato il ritmo della scopata ed erano, evidentemente vicini all´orgasmo. Fu impressionante sentire mamma ripetere all´infinito: "scopami, scopami, scopami, scopami"; con la voce quasi commossa, sicuramente incredula per quel piacere che papà le stava dando. - Hai visto come si fa scopare nel culo? È proprio una maiala nostra madre! Io nemmeno me n´ero accorta che il cazzo era piantato nell´uscita di servizio, così dissi a Diego di non capire. In tutta risposta, il fratellone mi spinse a guardare nuovamente e allora potei rendermi conto d´un enorme spacco orfano di cazzo: la fica; e di un altro buco riempito e dilatato all´inverosimile: il culo, appunto.

Ebbi un nuovo orgasmo, quasi fossi un ragazzino intento a guardare un film porno, quando papà cominciò a gridare ed a piantare colpi meno veloci ma più profondi e potenti. Mamma invece urlò in modo quasi disperato, come se fosse stata trafitta da una lama più che da una verga di carne: quello era il loro modo d´esaltarsi per il piacere che si stavano dando reciprocamente. - Ora dobbiamo sparire! Mi disse Diego trascinandomi nuovamente in camera mia. Lì mi baciò rapidamente e mi disse che aveva voglia di godere di nuovo ma... - ...purtroppo adesso dobbiamo proprio dividerci, Orgasmina! ...però domani il primo a svegliarsi porta la colazione a letto all´altro! D´accordo? - D´accordo, Diego... ci conto! Diego sparì in camera sua, io m´addormentai euforica e felice come se mi fossi innamorata. Da quel momento in avanti le masturbazioni solitarie sarebbero state ben più rare, sostituite dalla virilità di Diego. Inoltre, adesso avevo un nuovo fantastico ed insolito nomignolo: Orgasmina! Orgasmina, fu la prima cosa che sentii al mio risveglio nella tarda mattinata del giorno seguente. Diego era a torso nudo con i soli boxer elasticizzati addosso, seduto su una sedia posta alla rovescia proprio di fronte a me, e m´indicava il vassoio poggiato sulla scrivania pieno d´ogni ben di Dio. Ero piacevolmente stupita, mio fratello si rivelava sempre più adorabile e pieno d´attenzioni. - ...ehi... - Dormito bene, sorellina? - Divinamente! - E a lungo anche, sono già le dieci e mezza!

Nell´informarmi dell´orario i suoi occhi s´erano illuminati di gioia, infatti a quell´ora i nostri genitori erano già a lavoro e noi eravamo lì, tutti soli, a goderci il riposo estivo dopo un´estenuante anno scolastico. Il fratellone volle baciarmi subito come a voler confutare la mia disponibilità a continuare ciò che avevamo intrapreso la notte precedente. Inutile dire che io ne fui felicissima e non mi ritrassi minimamente. Il bacio presto degenerò in qualcosa di molto più spinto ed erotico, con le rispettive mani che frugavano ovunque. Non saprei descrivere le sensazioni di quei momenti, ma era una sorta di smaniosa curiosità alimentata da una bruciante passione verso quell´essere tanto attraente che mi disinibiva ed eccitava. - Che ne dici d´andare a fare un bagno prima della colazione.? Scossi le spalle e gli dissi che per me andava bene, quindi mi tirò con forza da un braccio facendomi cadere a terra, prese il vassoio con la colazione e corse verso il bagno. Quando vi entrai lo vidi intento ad accendere alcune candele che aveva precedentemente disposto tutt´intorno la vasca, sui bordi, sulle mensole e sul bidè. Sulla tavoletta del cesso invece ci aveva poggiato il vassoio con la colazione.

Mi porse una spremuta d´arancia e pretese brindare con quella. La tracannò in un solo sorso poi prese una brioche la farcì con la panna spray ed alcune more, e cominciò a mangiare. Era sempre sorridente e spensierato, quel volto luminoso infondeva in me bellissime sensazioni di felicità e libertà. - Perché tutte queste candele? - Non ti piacciono? - Si, però non capisco! - Capirai dopo, sorellina... non avere fretta! Terminò la frase spruzzandomi un po´ di panna tra i capelli inducendomi a ridere cercando d´evitarlo. - Avanti, Orgasmina, adesso spogliati! Non terminò la frase che aveva già levato i boxer. Il suo cazzo non era in erezione ma non era nemmeno floscio, il glande era quasi completamente scappellato e un forte odore si levò istantaneamente da lì. Entrò nella grande vasca idromassaggio e mi esortò nuovamente a spogliarmi e a seguirlo; così, in due semplici gesti, mi denudai ed entrai anch´io in vasca.

Eravamo uno di fronte all´altra, i nostri corpi nudi e frementi sembravano imitare il tremolio della luce delle candele che conferiva a quel bagno una piacevole atmosfera di romanticismo d´altri tempi. Diego si protese verso me e strine un seno nella mano, con l´altra invece prese a giocare con la mia micia, io restai immobile in balia di quelle mani che mi parvero espertissime e presi subito ad ansimare. - Oh, Diego! Gli tenni la testa ferma sulle mie tettine, che andavano gonfiandosi fino a dolermi, una volta che le ebbe raggiunte per ciucciarle. Dai capezzoli partivano un´infinità di scosse che si propagavano lungo tutto il corpo per esplodermi nella testa. Mi sentivo mancare. Diego, nemmeno l´avesse intuito, mi chiese di sedermi sul bordo della vasca, poggiando le spalle al muro e divaricando bene le gambe. - Ora ti mostro come me la cavo con la bocca, Orgasmina! Quindi si tuffò a fauci spalancate sulla mia piccola fichetta: sentivo la sua lingua che mi penetrava, e poi la sentivo sul clitoride che veniva sollecitato alla perfezione.

L´orgasmo sopraggiunse quasi istantaneamente e cominciai a urlare come avevo sentito prima mia madre fare la sera: come un attrice di film porno, in pratica. Diego alzò la testa e cercò i miei occhi infiammati. - Continua, continua, ti prego! Aiutandosi con le mani prese a leccarmi di nuovo. Le sue dite mi solleticavano i punti più sensibili, la fica aveva violentissimi spasmi, sotto quei colpi di lingua così bene indirizzati al clitoride che si era gonfiato oltremodo, tanto che Diego riusciva a prenderlo in bocca e succhiarlo. Quel pompino al clitoride fu il delirio e sentii arrivare un altro orgasmo. - Godo, godo! Un fiume d´umori, e qualche fiotto di pipì che non riuscii a trattenere, gl´inondarono il volto e gli finirono in gola. Potei vedere chiaramente Diego deglutire quando alzò la testa a lavoro terminato. - Che ne dici di fare lo stesso su di me? Ci baciammo, poi senza dire altro, invertimmo le posizioni. Il cazzo di Diego svettava prepotente e ricurvo. Diversi rivoli di miele trasparente gli sgorgavano dalla punta e colavano lungo l´asta. Cominciai proprio da lì, da quelle stille d´umore dolcissime. Leccai il glande, come fosse la punta d´un gelato, scesi seguendo il miele colante, come fossero le molliche di pollicino. Quando le ebbi raccolte tutte, Diego cominciò a muovere il bacino in avanti impedendomi di continuare come credevo.

Gl’afferrai il cazzo con decisione tirandolo un pochino, Diego ritornò fermo ed io imboccai gran parte del suo paletto in un sol colpo. Era buono, mi piaceva averlo in bocca neanche fosse cioccolata. Diego era sconvolto da quella mia dedizione, m’afferrò la testa e m’impose un ritmo ancora più serrato. Probabilmente si stava chiedendo da dove venisse quell’inaspettata abilità visto che nelle nostre discussioni avevo sempre sbandierato la mia totale inesperienza. All’improvviso lo sentii contrarsi violentemente e vidi che chiudeva gl’occhi, quindi sentii la mia bocca invasa dal suo sburro. Il primo fiotto mi finì dritto in gola ed estrassi subito il cazzo, ricevendo altri numerosissimi schizzi sul volto e sul petto. Presi a leccare spasmodicamente quel nettare dal vassoio di carne del mio fratellone. Invece lui si affrettò a raccogliere con la lingua gran parte di ciò colava dai seni. Uno schizzo, comunque, mi era finito giusto in un occhio che presto prese a bruciare e lacrimare. Nemmeno il tempo d’immergerci che Diego ritornò all’attacco.- Sei stata eccezionale, però adesso ci sono da fare le cose serie, ok!?- Io non resisto più! Se non lo fai tu adesso mi si svergina da sola!Compiaciuto della mia totale collaborazione, Diego mi guidò come un automa adagiandomi nuovamente a cosce larghe! - Non ho mai violato per primo!- Pensa che lo stai facendo a tua sorella! - Vale almeno per venti violazioni ordinarie! - Credo di sì! Adesso però entra!Diego, contravvenendo la mia richiesta raccolse la bomboletta con la panna spray quindi me la vuotò sul collo, sulle tettine e sul ventre. Dovevo essere buona come una Sant Honorè così, tutta ricoperta di panna. Diego si tuffo con la faccia che si sporcò tutta mentre mi leccava e mordeva come un bigné. Nel frattempo la cappella era già stata perfettamente adagiata nel piccolo solco all’ingresso della mia futura caverna! Il colpo di Diego fu poderoso e mi lasciò senza fiato.

Un modesto rivolo di sangue sgorgava a fatica dalla mia fica ora tanto riempita da quel monolite. Fissai gl’occhi di mio fratello che per la prima volta mi rivelarono qualcosa di diabolico, mi sentii spaesata e spaventata; gli conficcai le unghie nei fianchi e finalmente sentii la mia voce straziata uscirmi dalla bocca spalancata. Diego strinse i denti, sentiva dolore: aveva almeno mezzo centimetro di ciascuna delle unghie delle mie mani piantate nei fianchi. Con una specie di grugnito esternò il suo dolore, poi tirò il cazzo indietro lasciandolo uscire completamente e si beò dello spettacolo del mio sangue che zampillò più copioso andando diluendosi nell’acqua della vasca. Quindi rivolse lo sguardo ai suoi fianchi che trovò lacerati e insanguinati, e ritornò dentro di me con un altro colpo secco. Mi sentii mancare ed imposi le mani sul suo petto per poterlo tenere lontano ma Diego mi sovrastava schiacciandomi e riusciva ad insinuarsi completamente dentro fino all’utero. Poco alla volta però il mio dolore si affievolì e le mani ben presto mi servirono per indurre Diego ad un ritmo sempre più serrato e profondo.

Venivo accontentata pienamente ricevendo colpi talmente potenti che mi facevano saltare. Scossa da ripetuti orgasmi, gli umori presero a sgorgare con continuità arrivando a lavare un po’ di sangue dalle cosce. Quindi anche Diego raggiunse l’apice del piacere ed urlando: “Orgasmina”; estrasse il suo penone che mi sputò litri di miele sul ventre. Pochi secondi dopo sprofondammo entrambi in quell’acqua divenuta ormai rosa. - Hai capito a cosa servivano le candele, Orgasmina? Che dolce che è il mio fratellone!

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view post Posted on 30/8/2009, 18:09     +1   -1

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complimenti bella storia ahah
 
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